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2.3) STORIOGRAFIA - Coggle Diagram
2.3) STORIOGRAFIA
MICROSTORIA '70
non un genere storiografico, ma posizione teorica
Ambito di ricerca rimpicciolito (non storia locale)
Approfondimento del singolo evento
Tema di ricerca estraneo alla tradizionale gerarchia delle “rilevanze” storiografiche
Si passa dall’universale al particolare, rendendo più complesso il concetto generale attraverso una osserva-zione “minuta” delle sue componenti
La prospettiva microstorica ha molte vicinanze con le istanze di rinnovamento della didattica
Attenzione per temi “trascurati”, ora oggetto di studio (donne, classi subalterne, mentalità, abitazioni, cultura popolare, alimentazione, mondo dell’affettività etc.): esi-stono “molte storie”
Idea di storia (e di didattica) soprattutto orientata alla trasmissione di capacità critiche e interpretative, contrapposte a senso comune storiografico permeato di dogmatismo
'900 NON SOLO ANNALES
Inghilterra
: secondo dopoguerra, convergenza verso una “storia sociale”. Studio di ceti sociali attraverso la prosopografia: Lawrence Stone, studio sull’aristocrazia inglese. Storia demografica e della famiglia. Rivista Past and Present (Oxford 1952): storiografia sociale e multidisciplinare. Rivista simile in Germania: Geschichte und Gesellschaft (1975).
Italia
: in ritardo, chiusura culturale nel ventennio fascista. Intellettuali lontani dalle posizione della storiografia europea: Benedetto Croce e Giovanni Gentile (storia subordinata alla filosofia, soprattutto storia politica e civile). Ancora storia politica, ma con aperture: Gioacchino Volpe (storia economico-giuridica) e Gaetano Salvemini (storia sociale)
Germania
--> contrasto al paradigma rankiano con Karl G. Lamprecht, storia della vita spirituale della collettività (influenza negli Stati Uniti). Storia della cultura e analisi della civiltà e d un'epoca non cronaca
Generazioni successive. Federico Chabod (Saggio dell’idea d’Europa, 1961): storia culturale. Giovanni Tabacco e Cinzio Violante: storia delle istituzioni e delle forme di potere. Delio Cantimori, storia dei movimenti religiosi eterodossi. Correnti storiografiche di orientamento cattolico e marxista, con fondazione di riviste.
Fine Novecento: diffuse reazioni alla “nuova storia” e alla “lunga durata”. Ritorno allo studio dei “fatti” e agli eventi di “breve durata”, alla storia politica, alla storia come narrazione (racconto storiografico)
DISCIPLINA STORICA
Saggistica: dal caso di studio (particolare) si formulano astrazioni (definizione generale del problema)
Secondo Ottocento: saggistica scientifica senza andamento narrativo, ma strutturata su concatenamento logico (ragionamento).
Storia narrativa: recupero di singoli eventi e individui come elementi della contestualizzazione del fenomeno oggetto di studio. Si conserva il dettaglio e il particolare
Sin dalle origini la storia è comunque narrazione: ramo della retorica, è opus retoricum maximum, con ordinamento del materiale in sequenze cronologiche.
Posizioni intermedie: legittimità della narrazione come forma espositiva della ricerca storica, che deve essere aderente ai dati e deve interpretarli (differenza storico – letterato). La storiografia moderna ha inoltre introdotto nuovi oggetti e metodi di ricerca.
DIVERSE POSIZIONI SULLA RICERCA STORICA
1) Storia fondata su una serie confrontabile di dati quantitativi e presentata nella forma “saggio scientifico” (storia=scienza)
2) Esposizione in forma narrativa (Le Roy Ladurie, Carlo Ginzburg), storia come racconto (L. Stone)
I due modelli di ricerca non hanno una maggiore o minore “dignità scientifica”, dipendono dall’oggetto della ricerca (es. 1- studio demografico; 2- biografia).
La scrittura (scelta tra narrazione e saggio scientifico) è dettata dalla scelta dell’oggetto, delle fonti e delle categorie interpretative