LA NASCITA DEI PARTITI DI MASSA
Il diritto di voto si estende
Tra il XIX e il XX secolo le persone incominciarono a partecipare alla vita politica e civile, a leggere i giornali e a interessarsi ai destini della società. La democrazia si stava affermando nel mondo occidentale e il potere dei sovrani era diminuito perchè era cresciuto quello dei parlamentari eletti dai cittadini.
Anche le donne volevano parità di diritti-anche all'interno della famiglia- volevano salari pari a quelli degli uomini e il diritto di voto.
Il diritto di voto si allargò progressivamente: nel 1914 ne godevano tutti i maschi maggiorenni in Francia, in Germania, in Austria, negli Stati Uniti, in Australia e in Norvegia.
Nacquero così i primi movimenti femministi: Emmeline Pankhurst dopo una serie di azioni clamorose nel 1918 in Gran Bretagna fu concesso il diritto di voto alle donne (ma sopra i 30 anni) e negli Stati Uniti nel 1920.
L'aumento della partecipazione popolare alla vita politica e l'allargamento del suffragio portarono a una diminuzione dell'analfabetismo. L'apertura della politica a fasce molto più ampie della popolazione portò alla nascita dei grandi partiti di massa, che avevano un'organizzazione innovativa, con sedi fisse che gli iscritti potevano frequentare, preparavano la propaganda per diffondere le loro idee, si facevano ascoltare dalla gente attraverso comizi e la pubblicazione di giornali
Partiti socialisti
Nel 1889 venne fondata la Seconda Internazionale, una associazione che radunava movimenti e partiti di tutto il mondo, allo scopo di elaborare strategie comuni e di coordinare le azioni di lotta. All'interno dell'Internazionale socialista trovavano spazio due filoni:
lotta tra borghesia e proletariato.
rivoluzionario, che pensava che il rinnovamento dovesse passare attraverso la rivoluzione e il rovesciamento delle istituzioni
riformista, che mirava a trasformare la società attraverso una serie di riforme.
Partiti di ispirazione cristiana
Nascono in particolare in Italia e in Germania.
Moderati ma anche attenti ai problemi sociali.
Si rivolgevano ai contadini, agli impiegati, agli artigiani e si appoggiavano alle parrocchie e alle strutture di carità.
Chiedevano che i lavoratori non fossero sfruttati e costretti a stare in ambienti malsani, rivendicavano la giornata lavorativa di otto ore e si battevano per l'estensione del diritto di voto.
In molti paesi come in Italia, in Germania e in Francia si svilupparono movimenti ostili al socialismo e alla democrazia, che volevano tornare a una società gerarchica in cui le classi alte-le uniche a comprendere quale fosse il vero bene della nazione-non vedessero esiliati i loro privilegi e il loro benessere. Inoltre alcuni gruppi anarchici decisero di passare al terrorismo, prendendo di mira i sovrani e capi di stato e mettendo a segno alcuni colpi clamorosi.
Partiti nazionalisti
l'attaccamento alle tradizioni si trasformò in uno strumento di esclusione e di sopraffazione, nei confronti delle minoranze linguistiche o religiose.
I movimenti nazionalisti erano antidemocratici: volevano un ritorno alla società più rigidamente controllata e più gerarchizzata.