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kantimma La Critica della ragion pratica e la Critica del giudizio di…

- - - - Il giudizio si divide in due tipi
        
        Giudizio determinante
        
        Giudizi sintetici a priori oggettivi che determinano teoricamente l'oggettto
        
        Giudizio riflettente
        
        Giudizi soggettivi (per l'umanità, non per ogni singolo uomo) dettati dalle esigenze universali di finalità e armonia a loro volta suddividibili
        
        Giudizio estetico, che verte sulla bellezza, che non è intrinseca negli oggetti, ma è il frutto della relazione tra l'oggetto e l'uomo
        
        La bellezza ha quattro possibili definizioni
        
        Secondo la quantità, il bello è ciò che piace universalmente, in quanto tale
        
        Secondo la relazione, il bello è una finalità senza scopo
        
        Secondo la qualità, il bello è l'oggetto di un piacere disinderessato, senza alcun fine
        
        Secondo la modalità, il giudizio estetico è qualcosa su cui tutti devono essere d'accordo
        
        Affine alla bellezza è il sublime, che non produce serenità come la bellezza, ma un misto di serenità e timore di fronte a qualcosa di incommensurabile
        
        Sublime matematico: in presenza di qualcosa di immensamente grande
        
        Sublime dinamico: in presenza di una potente forza naturale
        
        La bellezza è distinta in due tipi
        
        Bellezza libera, appresa senza alcun concetto
        
        Bellezza aderente, con riferimento ad un determinato modello
        
        Giudizio teleologico, che verte sui fini della natura
- - - - Massime
        
        Principi pratici soggettivi, validi per il singolo soggetto che li propone
      - Imperativi, prinicipi oggettivi, a loro volta suddividibili
        
        Imperativi ipotetici
        
        Determinano la volontà se formulati al fine di raggiugngere un determinato obiettivo
        
        Imperativo categorico
        
        Determina la volontà non in vista di ottenere un determinato effetto desiderato
        
        La legge morale, avendo gli stessi connotati, non può che essere un imperativo categorico
        
        Incondizionata
        
        Non condizionata da uno scopo estrinseco all'individuo e quindi libera dagli istinti sensibili
        
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        Universale
        
        Valida per tutti gli uomini in qualsiasi tempo
        
        Necessaria
        
        Che trova il suo fondamento nella formalità e nell'autonomia
        
        L'unico imperativo categorico riportato nella Critica della ragion pura dal filosofo impone che qualsiasi azione risulta morale solo se universalizzabile
        
        Nella Fondazione della metafisica dei costumi sono riportate altre due formule
        
        Una impone all'uomo di rispettare la dignità propria e altrui
        
        Una sottolinea l'autonomia della volontà, concentrando l'attenzione sullìimportanza del modo in cui la legge viene seguita e non il fine
        
        Non si rischia così di cadere nel relativismo dato che l'uomo, seppur padrone delle sue azioni, pensa al suo agire prima a livello universale
    - - Una volta che la ragione formula la legge morale, seguendola l'uomo compie il proprio dovere, pur essendo sempre libero
        
        Compiendo il proprio dovere l'uomo raggiunge il sommo bene, ma così facendo non diventa felice, bensì virtuoso (distacco dalle filosofie eudemonistiche)
        
        Di conseguenza Kant conferisce alle Idee della Critica della ragion pura una realtà oggettiva
        
        Le Idee diventano postulati
        
        Immortalità dell'anima
        
        Il processo per il raggiungimento del Sommo bene non può che essere infinito, è necessario presupporre la prospettiva di eternità per l'uomo così da esortarlo al proseguimento del dovere
        
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        Esistenza di Dio
        
        Sebbene il filosofo confuti le precedenti prove sull'esistenza di Dio, ne fa ora un postulato
        
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        Libertà
        
        Il "devi, dunque puoi" non può escludere tale postulato, in quanto perderebbe il suo valore: solo se per sua scelta l'uomo prosegue il Sommo bene sarà degno di felicità
        
        L'uomo deve perseguire la legge morale unicamente per suo volere incondizionato
        
        Kant critica così tutte le morali eteronome, ovvero le morali basate su un fattore estrinseco all'uomo
        
        La morale religiosa, in cui è il timore della punizione divina a determinare l'azione morale
        
        Non può inoltre essere universale, data l'esistenza di diverse morali religiose
        
        L'empirismo, che correla la morale al sentimento, qualcosa per Kant di troppo fragile
        
        Quel razionalismo che fonda la morale sulla ragione, dipendente però dalla metafisica