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SCHEMATIZZAZIONE PAGINA 14-18-19-20 - Coggle Diagram
SCHEMATIZZAZIONE PAGINA 14-18-19-20
OTIUM
Conclusione epicurea
Pensiero antistoico
Non come condizione da subire, ma condizione da scegliere
Non possibilità da valutare, ma necessità da accettare
Non problema del sapiens, ma di tutti
Non antitesi del negotium, ma come sua espressione
Si può agire come sapiens e giovare a tutti, uomini e dei
Platone esenta il filosofo dall’impegno politico
Otium militante, maggiore del negotium
Seneca chiede a Nerone di ritirarsi, ma egli aveva ancora bisogno di lui a differenza di Augusto con Mecenate, il quale può ritirarsi perché il princeps aveva già un potere consolidato
CONTRO LA DEMOCRAZIA
Eraclito dice “i molti non valgono nulla e solo i pochi sono buoni”, contro la maggioranza di uomini “dormienti”
L’autore è Epicuro, seguito da tutte le altre scuole
Nessun uomo che ama la virtù può essere amato dal popolo perché esso va cercato con mezzi disonesti
Gli scrittori, come Seneca, avversano il concetto di popolo e di democrazia
Per Socrate il governo democratico è il più spietato
Per Platone la democrazia nasce quando i popoli vincono una battaglia,
eliminano gli avversari e agli altri danno l’accesso alla cittadinanza
Per Aristotele la democrazia è il governo dei poveri, una degenerazione dovuta alla maggioranza e alle leggi
Democrazia è la parola dello scontro, significa onnipotenza della classe popolare
COLLEGAMENTO --> ANCHE D'ANNUNZIO E PETRONIO SONO CONTRO
POPULUS
Ochlos greco, massa corrotta e corruttrice che non cerca la verità
Non è più il popolus ciceroniano, ovvero comunità legata dal diritto e dal bene comune, che era uno dei due organi legislativi
Sarà rifotto al silenzio
Non è il popolo che nel 510 a.C. riacquista la libertà e instaura la res publica
Dopo 6 secoli rinuncerà alla propria libertà e si consegnerà ai Re di Roma, che affida il potere alle mani peggiori
Stabilità e autonomia del saggio contrapposto all’instabilità e alla volubilità della folla
La folla toglie l’armonia interiore, gli uomini ci corrompono, il popolo ci disumanizza
Il popolo, una belva dalle molte teste, viene descritto da Lucrezio con vulgus avente “animo ingrato e cuore empio”