Trasformata di Fourier
come abbiamo già detto
la risposta in frequenza misura come un segnale altera ampiezza e fase di un segnale sinusoidale. se si riesce a rappresentare un segnale come sovrapposizione di fasori si può calcolare l'uscita a qualunque ingresso.
per segnali continui
si ha che la trasformata si può calcolare in due modi, non esistono ragioni particolari per cui scegliere una o l'altra rappresentazione, se non per convenienza; tra l'altro il passaggio dall'una all'altra è regolato dal semplice cambiamento di variabile w=2πf
la cui l'antitrasformata è
per segnali discreti
si ha che la trasformata si può calcolare in due modi, non esistono ragioni particolari per cui scegliere una o l'altra rappresentazione, se non per convenienza; tra l'altro il passaggio dall'una all'altra è regolato dal semplice cambiamento di variabile θ=2πv
la cui l'antitrasformata è
in cui
in cui
La funzione X(.), indipendentemente dal parametro frequenziale utilizzato, si chiama trasformata di Fourier o spettro del segnale x(.). Notiamo che lo spettro è una funzione complessa e pertanto è spesso conveniente considerarne la parte reale e la parte immaginaria, ovvero il modulo e la fase (che vengono comunemente denominati, rispettivamente, spettro d'ampiezza e spettro di fase
X(V) è sempre periodico di periodo 1
è aperiodico
è periodico di periodo 2π
la scelta dell'intervallo di integrazione è indifferente a patto che ci sia almeno un periodo (comune è la scelta dell'intervallo (0,1) o (0,2π))
il legame ingresso uscita
Il legame ingresso uscita nel dominio della frequenza per un sistema LTI segue immediatamente il principio di sovrapposizione e ricordando che i fasori sono autofunzioni si ottiene che:
fdd