Un uomo islandese, per sfuggire alla Natura e al dolore che essa gli procurava, decise di trovare un luogo nel quale trascorrere il resto della sua vita in pace e solitudine.
Tuttavia, ogni parte della Terra presentava innumerevoli disagi: terremoti, eruzioni vulcaniche, caldo soffocante, freddo intenso o venti distruttivi.
Così, un giorno l'uomo scelse di avventurarsi in luoghi ancora non abitati e oltrepassò l'Equatore, sperando di non imbattersi nella Natura. Al contrario, se la trovò di fronte: un enorme donnone dai capelli e gli occhi scuri, con sguardo fermo e impassibile.
I due cominciarono a interloquire e l'uomo, scoperta l'identità della donna, la accusò di tutto il male sofferto.
Il discorso si concluse con una spiegazione di tipo meccanicistico riguardo al funzionamento della Terra: infatti, esso si basa su un ciclo di creazione e distruzione al quale tutti devono sottostare.
A questo punto, l'Islandese, confuso, pose un'ultima domanda alla Natura, alla quale, però, quest'ultima non poté rispondere a causa della morte dell'uomo, provocata da due leoni affamati o da un forte vento.