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Psicologia della disabilità: appunti 1 - Coggle Diagram
Psicologia della disabilità: appunti 1
lezione 0
Menomazione
: perdita o mal funzionamento di strutture o funzioni fisiologiche o psicologiche permanenti o transitorie.
Disabilità
: riduzione parziale o totale di una abilità. Permanente o transitoria, reversibile, irreversibile o progressiva che può essere conseguenza di una menomazione o di una reazione psicologica ad una menomazione
Handicap
: condizione di svantaggio risultante da un danno o da una disabilità. Impedisce o limita lo svolgimento di un ruolo normale in rapporto all’età, al sesso, ai fattori sociali e culturali (fenomeno sociale)
La disabilità si traduce in handicap in relazione alle barriere che la persona incontra nella vita quotidiana (di tipo architettonico, psicologiche e sociali).
Il nostro lavoro si configura proprio nel passaggio tra il concetto di disabilità, cercando di evitare che esse diventino dei veri e propri handicap
L’o.biettivo generale della scienza è di costruire una conoscenza pubblica che non dipende dalla soggettività dello scienziato, che si avvicinano al quadro di realtà che ho osservato.
Quando parliamo di costruzione di conoscenza, facciamo riferimento a 3 processi che riguardano tutti, perché comuni a tutti noi:
memoria
(attenzione)
di tipo selettiva
-> tra l’insieme degli elementi esterni ci dice qual è il “rumore” e qual è l’informazione. Questo tipo di
attenzione
è
arbitraria
-> funziona in modo personale in base alla nostra storia di vita. Dopo aver trovato ciò che ci interessa, cerchiamo di dargli una
cornice di significato
(formazione dell’oggetto).
Ogni volta che noi osserviamo e facciamo nostre le info di realtà, c’è una grande parte di arbitrarietà della mente umana
Possiamo definire il
paradigma scientifico
un insieme organizzato che contiene i concetti base, le teorie, gli assunti razionali, le credenze i valori e i principi che indicano come interpretare gli oggetti di conoscenza di una certa disciplina
La psicologia della disabilità come disciplina, affonda le sue radici nella psicopatologia dello sviluppo (studia le caratteristiche specifiche di un disturbo, quali sono gli elementi chiamati fattori di rischio e di prevenzione verso determinate disabilità)
Psicopatologia dello sviluppo -> fondamenta teoriche per poter parlare di psicologia della disabilità e dell’integrazione
lezione 3
La psicologia della disabilità si è occupata, come disciplina, dello studio delle continuità e delle discontinuità durante lo sviluppo e delle oscillazioni tra tipicità (normalità) e a-tipicità (disordine mentale -> oggi a tipicità vista come un’insieme omogeneo entro cui vengono fatte delle considerazioni).
Altra disciplina che si intreccia con la psicopatologia dello sviluppo e con la psicologia della disabilità e dell’integrazione è l’epidemiologia. L’epidemiologia è una scienza medico-statistica (numeri di prevalenza o incidenza di determinate patologie su una popolazione).
Insorgenza di sindromi (teorie ingenue -> spiegazioni date in generale x capire un fenomeno) contrapposizione tra natura e cultura (di fronte ad un disturbo psicologico presentato da un bambino, la prima domanda a cui cerchiamo di rispondere è capire le ragioni dell’insorgenza: genetica o cultura/ambiente).
Da una parte
approcci biologici
che privilegiano l’attribuzione genetica dei disturbi dello sviluppo (es. malattie genetiche o cromosomiche), Dall’altra parte abbiamo gli
approcci di tipo ambientali
dove si ha una maggiore fiducia nella possibilità di cambiamento e nel trattamento psicoterapico
Approccio cognitivo- comportamentale
(sviluppo psicologico e la comparsa di problemi a processi sottostanti l’esperienza contestuale e relazionale).
Teoria socio-motivazionale dell’apprendimento
(Bandura): problemi psicologici dipendono dall’interazione complessa tra esperienza, motivazione e dimensione sociale.
Il modello bio-psico-sociale
colloca la salute del bambino all’interno di una dimensione multifattoriale a matrice sistemica
Concetto di salute: Definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come uno stato di benessere fisico, psicologico e sociale e non come conseguenza diretta dell’assenza della malattia. Altro costrutto fondamentale -> idea di
benessere soggettivo
(centrale): valutazione cognitiva e affettiva della propria vita (2 elementi -> processi di pensiero e una dimensione legata alla sfera affettiva delle emozioni: devono stare in equilibrio
Elementi di base del benessere soggettivo: -
Soddisfazione di vita
(dominio cognitivo -> dimensione di autostima, agenticità del sé, dimensione relazionale, integrità fisica, sicurezza..) ci si può lavorare molto. -
Emozioni positive
-
Emozioni negative
-> non è detto che all’aumentare delle emozioni positive diminuiscono quelle negative
Fattori di rischio
: segnalano, favoriscono o precedono situazioni di disagio e difficoltà minacciando il benessere psicofisico dell'individuo (es. povertà educativa).
Fattori protettivi
: condizioni presenti nel soggetto o nel suo ambiente capaci salvaguardare in toto o in parte l'equilibrio psicofisico di un individuo e che possono mitigare o ridurre gli effetti delle condizioni di rischio (potenziare fattori di protezione che compensano quelli di rischio). l’idea di
Vulnerabilità individuale
: sottoinsieme del rischio, riferito a fattori endogeni che possono fungere da meccanismi nello sviluppo del disturbo (Price e Lento 2001).
Fattori di protezione e fattori di rischio poi, definiscono in maniera predominante emersione e lo sviluppo di percorsi adattivi e disadattivi.
percorsi adattivi e disadattavi
partiamo dall’idea che Bambini diversi reagiscono in modo differente di fronte alle stesse configurazioni di rischio/protezione in funzione del grado di vulnerabilità personale allo stress e alla presenza di eventuali mediatori dei fattori di stress