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Arte Romana roma - Coggle Diagram

- - - - Fondato dal re Servio Tullio, nella prima metà del VI a.c. dove si trovava il culto “ Fortuna et Mater Matuta”,gli edifici e templi furono distrutti a seguito della cacciata dei Tarquini, rimane il tempio di Portuno e il tempio di Ercole vincitore
    - - Storia:
        
        Situato nell’attuale area di sant’Omobono,tra l’antica via Vico Jugario,vicino al tempio di Fortuna che ora si trova al di sotto della chiesa.
        
        Nella roma arcaica la divinità Mater Matuta (stella mattutina), che salvava i naufragi e indicava la rotta.
      - Descrizione:
        
        Decorazione in terracotta,della sommità del tetto del VI a.c.
        
        Descrizione:
        
        A volute posti sulla sommità del tetto,per impedire la nidificazione.
        Materiale in terracotta e dipinti di rosso,nero,bianco,giallo
        
        Lastre in terracotta del frontone (ricostruzione)
        
        Descrizione:
        
        I bassorilievi in terracotta,rivelano mescolanza e interazione con figure mitiche,nel bassorilievo co il carro,elemento qualificante che dimostra allineamento co altre realtà del mediterraneo.
        
        Apoteosi di Eracle e Atena (a Roma chiamata Minerva).
        
        Descrizione:
        
        La figura di Eracle approcciabile al Melqart cipriota fenicio, qui Eracle prima forma di associazione divina di politico che si rispecchia in un Eracle che merita il posto nel Pantheon divino per le imprese.
        
        La figura di Atena/Minerva approcciata ad Astarte,perché Eracle al Melqart,
        Atena ha un elmo a paragnatidi (paraguance) e lophos (criniera),vicino alla Kore ionica.
        
        Ricostruzione del frontone del tempio
        
        Descrizione:
        
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- - - - Entrambi comunicano un messaggio: non sfidare chi è più potente.
    - - Essi sono appesi o in attesa della tortura o già torturati.
        Le copie del sileno sono parecchio diffuse, hanno doppia valenza: Marsia porta su di sé il supplizio e idea di libertà.
      - Media età ellenistica, per capigliature, superfici volto, deformazioni anatomiche dell’espressione, ma non ancora esasperate come tardo ellenistica
- - - - Prende il nome dalle scopritore Francesco De Ficoroni,rinvenuta a Palestrina nel XVIII secolo, dal museo di Kircheriano, passò nel XIX secolo al museo etrusco di Villa Giulia.
    - - Bronzo fuso e inciso.
      - Sintesi da esperienze greche e italiche ed etrusche, poi l’artista è campano Novios Plautios, a cui Bandinelli approccia l’inizio dell’arte romana proprio per il nome del bronzista sulla saldatura del manico e perché viene fatta a Roma.
      - Qui si esce dalla produzione artistica religiosa e si passa a un uso diverso delle immagini, questo manufatto coincide con la fine del IV a.c.
      - E’ stata donata dalla madre alla figlia, le ciste erano diffuse nell’antica Prenestina, utilizzate per contenere gli oggetti di rito dionisiaci e nell’uso quotidiano a contenere oggetti per toletta femminile
      - Parte superiore:
        
        Si vede Bacco al centro e a fianco due satiri, nell’atto di danzare, anche dal loro movimento come se portassero il peso dal lato all’altro e non c’entrano con la decorazione narrativa.
        
        Figurine a tutto tondo, applicate dopo, funzionano da manico
        
        Coperchio:
        
        Decorazione a tre fregi concentrici, al centro infiorescenze geometriche, poi la seconda fascia la scena della caccia tra animali, la terza fascia la caccia al cinghiale, forse legata al cinghiale calidonio.
        
        Non vi sono spazi, perché più c’è decorazione più ha costo e prestigio.
        
        Corpo:
        
        Fregio del mito degli argonauti ispirato forse da un dramma satiresco di Sofocle.
        
        Qui gli argonauti prendono l’acqua potabile dopo la gara di pugilato con il re del posto, che viene legato a un albero, scena del mito ripresa da rappresentazione teatrale per via del sileno che incita il giovane che colpisce contro il sacco.
        
        Forse Plautios ha ripreso scena pittorica degli argonauti, anche se movimentazione dei personaggi farebbe pensare a elementi del IV secolo “tardo classicismo”, tipo posizione di Eracle in riposo di Lisippo e Eracle adversus di Apelle.
        
        Forse ripreso da Mikon, bronzista che aveva lavorato con Polignoto che aveva dipinto scene argonautiche.
        Enfasi per le anfore d’acqua e scorcio studiato dei ¾ di profilo per le forme umane.
        
        Parte inferiore:
        
        Sostegni a forma di zampa felina con Eracle.
  - - - Studiata da Winckelmann che credeva fosse etrusca confrontandola con bronzi etruschi del IV-V a.c.
      - La lupa nel tempo venne esposta sul piazzale in Laterano, dove si esponevano i condannati, quindi la lupa come simbolo di giustizia,anche i gemelli Romolo e Remo sono discussi, chi li ha realizzati nel XV secolo?
        Abbiamo immagine coi gemelli nel Mirabilia Urbis Romae, anche i gemelli Romolo e Remo sono discussi, chi li ha realizzati nel XV secolo?
        I famosi gemelli allattati dalla Lupa e poi fondazione del Lupercale per ricordare l’evento.
      - Primo dibattito:
        
        Avviene tra archeologi e tecnici, poi l’archeologo Formigli alla luce di fonti letterarie e iconografiche e tecniche da ragione a entrambi, secondo cui l’opera era calcata da quella antica, per via del deterioramento di quest’ultima ne fece una copia.
        
        Secondo dibattito:
        
        Avviene sul fatto che era una copia diretta o indiretta, ipotesi data dalle condizioni della lupa al Laterano, Gregorius la descrive trasformata in una fontana che l’acqua usciva da bocca e mammelle, ciò porta danno al basamento delle zampe, lavorazione diversa dal collo e dorso, manca la lingua da dove usciva l’acqua, abbiamo parti mancanti della copia non integrate, altre si la coda e i piedi.
    - - La lupa è secca si vedono le costole, sta allattando, momento di sforzo.
        Dettagli del muso e della testa.
      - Nella parte posteriore i dettagli delle vene ingrossate, tipo il gonfiore delle vene dell’Auriga di Delfi.
      - Diversa lunghezza del pelame, grande naturalismo arcaizzante, vedendo la corona di riccioli, quindi una visione arcaica per ordine e simmetria.
      - Occhi a intarsio con vetro colorato, più grandi rispetto al vero.
      - I piedi, si vede tra questi una barra la quale finiva sul basamento.
      - I Gemelli:
        
        Furono aggiunti nel XV secolo, forse dallo scultore Pollaiolo, ma non è documentabile, mentre sia probabile ci siano anche in antichità, relativo alle mammelle e la posizione girata del collo accompagnata dalle orecchie tese, colta in un momento particolare, allertata sulla difensiva per proteggere i cuccioli.
    - - Cicerone:
        
        si crede danni alla lupa causati da quell’evento naturale.
        
        Tito Livio:
        
        ricordava l’immagine della lupa sotto il ficus ruminalis (fico ruminale) ad allattare.
      - Lupa dimostra una delle caratteristiche dell’arte romana: ripetitività.
        
        Schemi che danno significati e messaggi che si ripetono, da Roma sino ai territori conquistati; generazioni romane periodicamente vanno motivate su intenzioni del popolo romano, basate sulla gloria dello stesso e la prosperità pubblica.
        
        Ara Pacis - Lupercale.
        
        Descrizione:
        
        Lupa con il fico ruminale, allatta sotto la protezione di Marte e alla presenza di Faustolo (allevò i due gemelli).
        
        Epoca augustea, rappresentanti famiglia imperiale nel Lupercale e inserimento di Romolo ed Enea nella galleria di antenati in Foro di Augusto.
        
        Lupa ha rilancio con Augusto, unione di tradizioni indigene,greche, quindi si può visualizzare origini divine romane, per Enea re di Albalonga, tramite lui discendenza gens iulia, Enea figlio di mortale e Venere, Romolo figlio di vestale e Marte.
        
        Ara di Epoca Traianea riusata in quella adrianea, dedicata a Marte e Venere, Roma, Palazzo Massimo.
        
        Descrizione:
        
        Base per la divinità Silvanus ( della foresta e delle campagne).
        
        Marte, Romolo, Enea, ambientazione della propaganda augustea la lupa che allatta, Tevere l’anziano con canne in mano, sommità del Palatino.
        
        Rocce e animali, le ghirlande cariche di frutti dai crani degli arieti sacrificati, usati nell’ara di Augusto, su recinto interno/esterno, per prosperità del creato dall’evento miracoloso di Roma garante di pace e prosperità, benessere di un numero maggiore di popoli.