Please enable JavaScript.
Coggle requires JavaScript to display documents.
La Russia, un impero arretrato - Coggle Diagram
La Russia, un impero arretrato
La rivoluzione da febbraio a ottobre (1917)
Rivoluzione di febbraio
A Pietrogrado una rivolta di operai e soldati, riuscì a liberare i prigionieri politici, grazie all'inattività delle guarnigioni della capitale. Successivamente la duma elesse un comitato provvisorio e si costituì il soviet (il consiglio dei rappresentanti degli operai e dei soldati), per far nascere un governo che avrebbe concesso le libertà politiche e civili. Nacquero anche altri soviet in tutta la Russia.
Il nuovo governo venne affidato al principe L'vov e vedeva tra le sue fila il ministro kerenskij, socialista dell'area moderata. Lo zar Nicola II abdicò e nei piani di L'vov c'erano la prosecuzione della guerra e l'elezione di un'assemblea chiamata a scrivere una Costituzione. Questi obiettivi non vennero raggiunti.
I soviet vogliono la pace immediata e la distribuzione delle terre ai contadini. Si dividono tra:
Bolscevichi:
volevano la rivoluzione socialista. Lenin (dirigente più autorevole dei bolscevichi) voleva abbattere il capitalismo con una rivoluzione internazionale, grazie al potere che veniva tolto al governo e dato ai soviet. I tre punti forti della loro propaganda erano: pace subito, terra ai contadini, potere ai soviet.
Menscevichi:
volevano costruire il socialismo attraverso un programma di riforme. Il governo di kerenskij dopo la sconfitta in Galizia era accerchiato dai soviet e dalle forze dello zar.
La rivoluzione di ottobre e il nuovo governo
I bolscevichi guidati da Lenin e Josif Stalin passarono all'insurrezione armata e tra il 24 e il 25 ottobre (calendario russo) conquistarono i punti strategici della capitale e il Palazzo d'Inverno.
Venne costituito un governo rivoluzionario con a capo Lenin: vengono avviati i negoziati di pace che porteranno al trattato di Brest-Litovsk (1918); le grandi proprietà terriere furono espropriate; il controllo delle fabbriche passò ai consigli degli operai e degli impiegati. Per l'elezione dell'Assemblea costituente, i bolscevichi ottennero un quarto dei voti e quindi Lenin la sciolse.
La costruzione dello stato sovietico
La guerra civile
Dopo il trattato di Brest-Litovsk, la Russia perdeva la Polonia, l'Ucraina, la Bielorussia, i Paesi Baltici e con essi il 75% delle riserve di ferro e di carbone dell'intero paese. Le reazioni delle forze politiche ostili ai bolscevichi portarono a una guerra tra Armata rossa (rivoluzionari) e armate "bianche" (chiamate così dal colore delle divise fedeli allo zar).
I bolscevichi decisero di giustiziare la dinastia imperiale dei Romanov per prevenire ogni tentativo di restaurazione. Le rivoluzione fa paura alle potenze straniere, che sostengono economicamente e militarmente le armate fedeli allo zar.
Il comunismo russo ha una svolta antidemocratica
I bolscevichi si erano dati il nome di comunisti e fecero ricorso al "comunismo di guerra": tutte le attività produttive vennero requisite e nazionalizzate; il libero commercio fu vietato; venivano sequestrati i prodotti agricoli affamando le popolazione delle campagne (per garantire rifornimenti all'Armata rossa e alle città).
Venne istituita la polizia segreta (la Ceka) il cui scopo era controllare l'obbedienza del Partito comunista, che divenne antidemocratico. A comandare non erano le masse, ma un unico partito, che schiacciava tutto.
Nascono la Terza Internazionale e l'Urss
La Terza Internazionale fu fondata a Mosca nel 1919 e il suo compito era quello di organizzare il movimento operaio internazionale sotto il rigido controllo della Russia sovietica.
Nel 1922 nasce l'Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (Urss), che era uno stato federale, ma il potere era fortemente centralizzato a Mosca. Il parlamento di Mosca era eletto a suffragio universale e l'unico partito che poteva presentarsi era quello comunista. Per contenere la diffusione della rivoluzione comunista, le potenze europee fecero ricorso al "cordone sanitario": davano sostegno ai governi anticomunisti nei paesi confinanti con la Russia.