Già da qualche anno, alla Mecca, lo sceriffo Husayn sognava di dare di nuovo vita all'impero arabo. Husayn è Sharif della Mecca, avversario storico degli ibn Saud, nonostante ciò, gli inglesi contavano su di lui. La dinastia hashemita è una delle principali dinastie arabe, in quanto discendenti diretti di Maometto e guide religiose.
Il ruolo degli arabi era quello di distrare le forze ottomane in diversi fronti, portando ad una guerra logorante. Il rapporto di corrispondenza tra McMahon ed lo sceriffo fece ben sperare:
«…la Gran Bretagna è pronta a riconoscere e appoggiare (recognize and uphold) l'indipendenza (the independence) degli Arabi in tutta la regione che si estende all'interno delle frontiere proposte dallo Sceriffo di Mecca.»
Ciò rientrava anche nella logica della politica dell'indirect rule, applicata dai britannici anche nelle proprie colonie: essa consisteva nella formazione di elité coloniali capaci di governare la colonia in modo autonomo, restando però legate alla madrepatria.
Il paese imperialista, però , avrebbe avuto accesso alle risorse principali del paese, e avrebbe avuto diritto alla creazione di basi militari sulla terra della colonia.
Nel 1916 fu firmato un accordo segreto anglo-francese dai due diplomatici Mark Sykes e François Georges Picot nel quale si definivano le rispettive sfere di influenza dopo la caduta della Sublime Porta
:flag-gb: - l'Iraq meridionale, la Giordania e Haifa, città portuale; :flag-fr: - l'Anatolia sud-orientale, l'Iraq settentrionale e la Grande Syria, comprendente la Syria stessa e i territori libanesi.
La Francia, autoproclamatasi protettrice dei Cristiani nel mondo, avrebbe perso potenza e prestigio, e non poteva accettare che un territorio così ricco di risorse come il Medio Oriente potesse finire nelle mani britanniche.
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