Nonostante questa crescente partecipazione e presenza femminile, c’è chi continua a lamentare discriminazioni, per il fatto che il numero degli atleti uomini è superiore a quello delle donne, come anche perché in alcune discipline ci sono più gare per uomini che per donne e, di conseguenza, il numero di medaglie assegnate ai maschi è superiore a quello destinato alle donne. Ma siamo sicuri che l’uguaglianza numerica sia il miglior parametro per valutare i rapporti tra uomini e donne? Siamo sicuri che ogni differenza sia motivata da discriminazione? È veramente ancora la discriminazione il problema principale dei rapporti tra uomini e donne? Non sarebbe meglio riconoscere che si tratta di un problema ormai quasi superato, almeno nei paesi di tradizione cristiana, e che invece nei rapporti tra uomini e donne nel frattempo sono subentrati altri, ben più urgenti, problemi?