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FEDERICO BARBAROSSA E I COMUNI ITALIANI (In Italia questo progetto era…
FEDERICO BARBAROSSA E I COMUNI ITALIANI
Dopo l' anno 1000 i contrasti tra Impero e Chiesa avevano consentito a molte città di guadagnare sempre più autonomia.
Risolto il problema della lotta delle investiture l' imperatore Enrico v riportare ordine nei territori sfuggiti al controllo della corona come i Comuni italiani (che nessuno ci tocca). Morì però nel 1125 senza eredi, così scoppio una guerra tra due famiglie feudali per la successione al trono: la famiglia di BAVIERA e quella di SVEVIA.
Ma alla fine non vinse nessuno perchè nessuno poteva diventare imperatore senza il sostegno della nobiltà
In Italia questo progetto era sostenuto da molti nobili che speravano di riacquistare il potere perduto nel corso dei secoli. Chi invece si opponeva trovava un importante alleato nel pontefice e si formarono due frazioni.
quella dei ghibellini cioè coloro che stavano dalla parte dell' imperatore.
quella dei guelfi cioè coloro che stavano dalla parte del papa
Le due famiglie trovarono un accordo ed elessero re di Germania Federico detto Barbarossa che poteva vantare di discendere da tutte e due le famiglie.
Gli interessi del Barbarossa in Italia erano Roma, la Sicilia e soprattutto la regione settentrionale che ospitava i ricchi Comuni.
Dopo un anno dalla prima volta che scese in Italia fu incoronato nel 1555 Imperatore da papa Adriano IV e nel 1158 convocò la dieta di Roncaglia. In tale occasione limitò fortemente le libertà comunali.
Alcune città come Como cedettero a queste imposizioni ma altri Comuni come Milano e Crema si opposero all'impero. Vennero così saccheggiate e poi rase al suolo tra il 1160 e il 1162. convinto di aver finito ritornò in Germania dove venne ufficialmente eletto imperatore.
Nel 1167 le città di Brescia Bergamo Mantova e Milano unirono le forze e a Pontida formarono la Lega Lombarda nella quale si aggiunsero altre città nel 1176 Barbarossa scese Legnano e con la successiva pace di Costanza nel 1183 l' Imperatore fu costretto a rinunciare alle rgalie.