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I Comuni italiani e le libere città del nord Europa (Anche se formalmente…

- - - - La pace interna dei Comuni era sempre minacciata da lotte interne tra popolo grasso e popolo minuto. Per risolvere il problema, furono sostituiti i consoli con il podestà.
        
        Dall'inizio del XII secolo anche i piccoli borghesi e gli artigiani, riuscirono ad entrare nella vita politica, nominando come rappresentate il capitano del popolo, che affiancava il podestà e controllava che le leggi emanate dal podestà, non danneggiassero gli interessi della popolazione.
- - - - I feudatari non solo pretendevano di gestire la vita politica, ma volevano anche controllare le attività produttive
        
        Molte città cominciarono a organizzarsi come piccole realtà indipendenti, raggiungendo traguardi di autonomia rispetto al potere feudale.
- - - - A partire dall'XI secolo, ci fu la fondazione di scuole private e delle università, (libere associazioni di studenti e insegnati)
        
        La prima università italiana nacque a Bologna nel 1088, divenne presto un importante centro di studi giuridici
        
        In breve tempo, sorsero altre università nelle città italiane:Padova, Napoli e Salerno.
        
        Altre università quali:Tolosa, Parigi e Montpellier in Francia, Oxford e Cambrige in Inghilterra. dove si studiava il diritto, la filosofia, la medicina e la teologia, tutto in lingua latina
- - - - Le città cominciarono ad appropriarsi di alcune prerogative del sovrano, le regalie (ciòè diritti dell'imperatore): riscuotere le tasse, occuparsi dell'ordine pubblico, battevano moneta ecc.
        
        Così diedero vita al governo comunale, esercitando il potere sui cittadini, in seguito, per approvvigionarsi le materie prime, i comuni più forti estesero il controllo sui comuni più piccoli e sul territorio agricolo, il contado.