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CAP. 4 IL CIRCOLO ERMENEUTICO 3 (dal punto di vista dell'antropologo…
CAP. 4 IL CIRCOLO ERMENEUTICO 3
dal punto di vista dell'antropologo
Metodo ermeneutico
come fusione di orizzonti
negoziazione
condotta da antrop poichè esiste uno scarto che è compito dell'antrop. colmare
costruzione di senso
la forza dello scarto che necessita di interpretazione
tra nativo e antrop ci sono finalità diverse
antrop deve tradurre il linguaggio dei nativi ad un pubblico specializzato di antrop
l'antro ha a che fare con due tipi di concetti
vicini all'esperienza
lontani dall'esperienza
tipi ideali=criteri di comparazione, astrazioni formali, schemi di riferimento concettuale
configurano razionalmente la pensabilità del mondo, selezionando aspetti rilevanti
l'astratto concepisce il concreto
i
l sapere nomologico ha valore euristico
l'antrp deve mediare tra
antrop. della strega
(Malinowski e l'immedesimazione)
antrop. del geometra
(tassonomie)
le descrizioni sono sempre antropologiche
non sono quelle dei nativi ma frutto di interpretazione e collocazione in un sistema di analisi dell'antrop
i dati antrop ottenuti sono
costruzioni di costruzioni
scritti di
1° ordine: il nativo interpreta e costruisce sè
2° ordine: l'antrop interpreta e costruisce il nativo
3° ordine: l'antrop interpreta e costruisce l'interpretazione
4° ordine: l'antrop interpreta e costruisce degli antropologi e dei paradigmi disciplinari
etnografia=traduzione
un modo provvisorio di conoscere e interpretare
scarto: stare nella differenza
etnologo: mediatore tra due sistemi culturali
mediazione
ricostruzione di un sistema simbolico estraneo
l'intraducibile=spazio per la conoscenza dell'altro
l'osservazione della partecipazione
l'antrop ha se stesso come oggetto d'analisi
l'antrop è il vetro oscurante il nativo
ma le competenze analitiche e la sensibilità e il proprio codice sociale permettono l'accesso all'altro
autoreferenzialità (v. allofagia di Fabian)
competenze professionali:
etica
professionalità
mediazione tracoinvolgimento e osservazione distaccata
mediazione tra componente personale e disciplinare
l'estraneità dell'etnografo è lo spazio liminale in cui c'è l'antrop
working fiction
ricerca sul campo= relazione transitoria che porta ad una comprensione parziale, contingente e dinamica
campo
esperienza condivisa
verità contestuale, instabile e contraddittoria
la scrittura etnografica
dopo decolonizzazione, fine delle vecchie asimmetrie di potere
antrop. deve negoziare propria autorità sul campo
ma
la scrittura
rinstaura l'asimmetria! :warning:
scrittura al centro del lavoro antrop con il problema della
trascrizione dell'azione
e la fissazione
la scrittura
interpreta
salva
fissa
scrittura come processo e dialogo
nuove pratiche di scrittura
:<3:
resoconto come invenzione
scelta dei dati funzionali alla costruzione del testo
presenza dichiarata dell'autore con 1°p.s., memorie personali, raccontare il processo avvenuto sul campo, esplicitare la negoziazione
presentare la complessità
polifonia
dialogicità
scrittura come
mimesis
ma soprattutto
poiesis
contro pratiche di scrittura
: :forbidden:
che o nascondono l'antropologo o nascondono il nativo
stile oggettivante, monologico e monofonico
positivismo del testo con autore neutro e nascosto
la paterinità-autorialità dispersa con rapporto paritario che si riduce a sterile realismo
ipercitazionismo di Dwyer con lunghe narrazioni, dialoghi e citazioni con lunghe prefazioni
ventriloquio etnografico/malattia del diario in cui esperienza personale antrop al centro (Rabinow e Crapanzano)- stili saturi d'autore con la
education sentimentale
dell'antrop
i limiti dei testi di Geertz
: :!!:
non mostra il processo
non emerge l'interrelazione
emergono i significati e non i soggetti
antrop passivo sul campo
antrop attivo solo in fase di scrittura
interlocutori assenti od oggettivati (i balinesi)
le parole dell'Altro scritte come spontanee e non frutto delle sollecitazioni dell'antrp
lo scritto è spazio separato dalla relazione