(e2) Sotto questo rispetto, è una questione di presenza: il possibile si presenta al soggetto come ciò che può essere oggetto di scelta. E' chiaro che il possibile qui inteso non è quello espresso dal concetto di "non-impossibile logica" quanto si avvicina molto ai concetti di potenziale e virtuale. Il possibile non è un qualcosa che viene percepito, o meglio, diviene intelligibile ("intellettato") in maniera asettica, come appunto la non-impossibilità logica che l'individuo sia coinvolto in un'occorrenza piuttosto che un'altra. Il possibile diviene intellegibile come affettivamente potenziale: come ciò che causerà tristezza o gioia (si veda sopra: degradante-nobilitante, etc), come reale incipiente, ergo appunto sempre polarizzato. Ogni scenario possibile di piacere si ripercuote già nel presente, così come ogni scenario possibile di tristezza: ogni possibile umiliazione è già da ora depotenziamento dell'essere individuo.