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L'IMPERO DEGLI OTTONI E LA LOTTA PER LE INVESTITURE L'Impero degli…
L'IMPERO DEGLI OTTONI E LA LOTTA PER LE INVESTITURE
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Egli ottenne la corona d'Italia e, nel 955, nella battaglia di Lechfeld, sconfisse gli Ungari.
In seguito Ottone scese in Italia per sostenere papa Giovanni XII, in conflitto con i grandi feudatari locali.
In cambio del suo appoggio, nel 962 Ottone fu incoronato dal papa "imperatore del Sacro Impero Germanico".
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Ottone II, diventato imperatore nel 973, regnò solo dieci anni.
Quando morì, suo figlio Ottone III, coltivò il sogno di ricreare l'antico Impero romano in alleanza con la Chiesa, ma nel 1001 dovette scappare perché i nobili della città erano contrari al suo progetto. Morì senza eredi nel 1002 e la corona imperiale passo a Enrico II.
Nel XI la nomina dei vescovi-conti divenne uno dei maggiori motivi di conflitto fra Papato e Impero, definito dagli storici come "lotta per le investiture".
La lotta rifletteva un problema abbastanza importante: si trattava di stabilire se il potere del papa fosse superiore a quello dell'imperatore o viceversa.
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Nacque così un movimento di riforma, il cui centro e motore fu l'abbazia benedettina di Cluny (in Francia).
Sull'esempio di Cluny nacquero numerosi ordini monastici "riformati". In Francia e in Italia si diffusero:
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La riforma della Chiesa coinvolse anche la figura del pontefice che cercò di liberarsi dal condizionamento dell'Impero e di rafforzare l'autonomia del Papato.
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Ciò aggravò i rapporti fra fra Papato e Impero e portò al culmine la lotta per le investiture.
Dopo essere deposto da Enrico IV, Gregoriano VII nel 1076 scomunicò l'imperatore.
La scomunica è la misura più grave che possa essere inflitta ad un cristiano, perché comporta l'esclusione dalla comunità dei credenti.
Enrico IV chiese perdono al papa e nel 1077 si presentò come un penitente al castello della contessa Matilde di Canossa.
La lotta per le investiture continuò fino al 1122 quando papa Callisto II e l'imperatore Enrico V stipularono il concordato di Worms, che stabilì che il diritto di nominare i vescovi spettava solo al papa.
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OTTONE III
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