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Verificare l' ipotesi: le scienze umane possono essere dette "…

- - - - Applichiamo i 4 criteri di testualità al concetto di azione sensata
        
        PERTINENZA E IMPORTANZA
        
        Un’azione sensata è un’azione la cui importanza supera la pertinenza quanto alla sua situazione iniziale.
        Che cosa, nel campo dell’azione, corrisponderebbe alle referenze no ostensive di un testo ?
        Il significato di un’azione importante eccede, oltrepassa, trascende le condizioni sociali della sua importanza e può essere ri-effettuato, in nuovi contesti sociali.
        (Un’opera non riflette soltanto il suo tempo, ma apre un mondo che porta in se stessa).
        
        L'AZIONE UMANA IN QUANTO "OPERA APERTA"
        
        Il significato dell’azione umana si rivolge, anch’esso, a una serie indefinita di possibili lettori.
        Come un testo, così l’azione umana è un’opera aperta, il cui significato è in sospeso.
        Anche gli atti umani sono in attesa di nuove interpretazioni che decidono del loro significato.
        
        1.LA FISSAZIONE DELL'AZIONE
        L'azione sensata diviene oggetto di scienza solamente nella, condizione di una sorta di oggettivazione equivalente alla fissazione del discorso tramite la scrittura.
        L'interazione subisce una trasformazione analoga nelle innumerevoli situazioni in cui l'azione si lascia trattare come un testo fissato.
        
        tesi : l’azione stessa, l’azione sensata, possa diventare oggetto di scienza senza perdere il suo carattere di significanza, grazie ad una sorta di oggettivazione simile alla fissazione operata dalla scrittura
        .
        Grazie a questa oggettivazione, l’azione non è più una transazione a cui il discorso dell’azione continuerebbe ad appartenere. Essa costituisce una configurazione che chiede di essere interpretata in funzione delle sue connessioni interne.
        il significato dell’azione si stacca dall’avvenimento dell’azione.
        
        Si può dire che un’azione, alla maniera di un atto di linguaggio, può essere identificata non solo in funzione del suo contenuto proposizionale, ma anche in funzione della sua forza illocutoria. (contenuto di senso).
        
        In che misura possiamo dichiarare che ciò che è fatto è inscritto ?
        Certe metafore possono aiutarci: noi diciamo che tale e l’altro evento ha lasciato il segno sul suo tempo. Parliamo di evento che segna.
        
        L'AUTONOMIZZAZIONE DELL'AZIONE
        
        Nello stesso modo in cui un testo si stacca dal suo autore, un’azione si stacca dal suo agente e sviluppa le sue conseguenza (dimensione sociale dell’azione).
        l’azione è un fenomeno sociale anche perchè i nostri atti ci sfuggono e hanno effetti che noi non intendevamo.
        
        Un’azione lascia una traccia, mette il suo segno, quando contribuisce a fare emergere tali configurazioni, che diventano i documenti dell’azione umana.
        
        metafora del dossier e della registrazione (metafora usata da Joël Feinberg in un altro contesto):
        Ls storia è questa quasi cosa su cui l’azione umana lascia una traccia, mette il suo segno.
        Grazie a queste sedimentazioni nel tempo sociale, le azioni umane diventano delle istituzioni, nel senso che il loro significato non coincide più con le intenzioni dei loro agenti.
        Secondo Peter Winch, l’oggetto delle scienze sociali è un comportamento retto da regole. Ma questa regola non è estrinseca; è il significato in quanto articolato entro queste opere sedimentate e istituite.
        Questo è il tipo di oggettività che procede dalla fissazione sociale dell’azione sensata.
    - - 4 tratti di questa linguistica:
        1
        Il discorso è sempre realizzato temporalmente e nel presente, mentre il sistema della lingua è virtuale ed estraneo al tempo (istanza di discorso).
        2
        la lingua non richiede alcun soggetto. Il discorso rinvia al suo locutore con indicatori di soggettività e di personalità: l’istanza di discorso è auto-referenziale.
        3
        il discorso è sempre al proposito di qualche cosa. Fa riferimento ad un mondo (la lingua no). E’ nel discorso che la funzione simbolica del linguaggio viene attualizzata.
        4
        è nel discorso che tutti i messaggi vengono scambiati. La lingua è solo condizione della comunicazione.
        Il discorso ha non solo un mondo, ma un altro, un interlocutore a cui si rivolge.
        
        In che modo questi tratti vengono effettuati nel linguaggio ORALE e SCRITTO
        
        TRATTO 2
        Nel discorso parlato l’intenzione soggettiva del soggetto parlante e il significato del suo discorso si comprendono vicendevolmente, in modo che è la stessa cosa capire ciò che il locutore vuol dire e ciò che il discorso vuol dire.
        Con il discorso scritto l’intenzione dell’autore e l’intenzione del testo cessano di coincidere.
        Non vuol dire che possiamo concepire un testo senza autore. Il discorso scritto non può essere soccorso da tutti i processi che concorrono alla comprensione del discorso orale.
        Per conseguenza, solo il significato «porta soccorso» al significato, senza il contributo della presenza fisica e psicologica dell'autore .
        Solo l'interpretazione è il «rimedio» alla debolezza del discorso il suo autore non può più «salvare».
        
        TRATTO 3
        Il discorso è ciò che fa riferimento a un mondo. Nel discorso orale, la cosa cui il dialogo si riferisce in ultima istanza è la situazione comune agli interlocutori.
        Nel discorso orale, la referenza è ostensiva (diretto a mostrare o a dimostrare).
        Nel discorso scritto: il discorso non può fare a meno di riferirsi a qualche cosa.
        Solo l’uomo ha un mondo e non solamente una situazione.
        Il testo libera la sua referenza dai limiti della referenza ostensiva. Tale è per me il referente di ogni letteratura : non più l’Umwelt delle refernza ostensive del dialogo, ma il Welt proiettato dalle referenze non ostensive di tutti i testi che abbiamo letto, capito e amato.
        
        Comprendere un testo è, al tempo stesso, chiarire la nostra situazione o , se si vuole, interpolare tra i predicati della nostra situazione tutti i significati che fanno del nostro Umwelt un Welt. Ci permette di parlare di referenze aperte del testo, anzi queste referenze aprono il mondo. (Riferimento a Heidegger : ciò che noi comprendiamo per prima cosa in un discorso non è un'altra persona, ma un progetto, cioè lo schizzo di un nuovo essere-nel-mondo.
        
        TRATTO 1
        Nella parola viva l'istanza di discorso resta un evento fuggevole.
        Fissiamo quello che scompare.
        Solo il discorso richiede di essere fissato, poichè il discorso scompare.
        (Fedro) La scrittura è stata data agli uomini per portare soccorso alla debolezza del discorso, che è evento.
        Il dire vuole diventare enunciato.
        Ciò che scriviamo , inscriviamo, è il noema (unità minima di significato) del dire.
        
        Appello non solo alla linguistica ma anche alla teoria degli atti di linguaggio (Austin, Searle).
        
        3 livelli dall’atto del parlare:
        
        1 livello dell’atto locutorio o proposizionale, l’atto del dire
        
        2 livello dell’atto o della forza illocutoria, ciò che noi facciamo parlando
        
        3 livello dell’atto perlocutorio, ciò che facciamo per il fatto di dire
        
        Ne risulta che, per significato dell'atto di linguaggio o più precisamente per noema del dire, bisogna intendere non solo la frase nel senso stretto dell'atto proposizionale, ma ancora la forza illocutoria e l'azione perlocutoria. possono essere identificati e reidentificati come aventi lo stesso significato.
        
        TRATTO 4
        Solamente il discorso e non la lingua si rivolge a qualcuno. E’ qui il fondamento della comunicazione.
        Invece di rivolgersi unicamente a te, seconda persona, ciò che è scritto si rivolge a un auditorio che egli stesso crea.
        Il discorso sfugge ai limiti del faccia a faccia.
        
        Questi tratti presi insieme fanno del discorso un evento
  - - - nuovo approccio alla questione della relazione tra erklären (spiegare) e versteben (comprendere) nelle scienze umane.
        
        Riferimento a Dilthey: per lui ogni modello di spiegazione è ricavato da una regione diversa del sapere, quella delle scienze naturali, con la loro logica induttiva. Di conseguenza, l’autonomia di ciò che chiamiamo Geisteswissenschaften è preservata solo se si riconosce il carattere irriducibile della comprensione che si ha di una vita psichica estranea sulla base dei segni nei quali questa vita viene immediatamente esteriorizzata. Ma se la comprensione è separata dalla spiegazione da questo abisso logico, in che senso le scienze umane possono essere dette scientifiche? Ha scoperto che Geisteswissenschaften sono delle scienze nella misura in cui le espressioni della vita subiscono una sorta di oggettivazione che rende possibile un approccio scientifico alquanto simile a quello delle scienze naturali. In questo modo, la mediazione offerta da queste oggettivazioni sembra essere più importante del significato immediato delle espressioni della vita a livello delle transazioni quotidiane.
        
        La mia interrogazione parte da quest’ultima perplessità del pensiero di Dilthey.
        La mia ipotesi è che il tipo di oggettivazione implicata nello statuto del discorso in quanto testo offre una migliore risposta al problema posto da Dilthey.
        
        Questa risposta riposa sul carattere dialettico della relazione tra spiegare e comprendere, così com’è messa in opera nella lettura.
        
        Mostrare fino a che punto il paradigma della lettura, replica del paradigma della scrittura, fornisca una soluzione al paradosso metodologico delle scienze umane.
        
        Nuovo paradigma che trae i suoi tratti principali dallo statuto del testo caratterizzato da
        
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