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Contesto storico-culturale del 300
Contesto storico-culturale del 300
Crisi agricola
I raccolti risultavano insufficienti a nutrire gli abitanti Europei, che erano raddoppiati negli ultimi due secoli. Oltre a questo, ill clima stava diventando sempre più freddo e iniziò una piccola era glaciale.
Per ciò ci furono gravi carestie che ebbero effetto sulla salute delle persone, sui commerci e sull'artigianato e sugli equilibri sociali
La peste nera
Intorno alla metà del trecento, quando ricomparve la peste nera. Tra il 1347 e il 1352 fece circa 25 milioni di vittime, circa un terzo della popolazione totale europea.
Nel giro di pochi anni boschi coprirono i campi, le città si spopolarono e i villaggi rimasero disabitati
Le rivolte degli umili
L'impoverimento causato dalla peste colpì i ceti poveri e per questo motivo si crearono molte rivolte contadine. In francia bande di contadini presero di assedio i castelli dei feudatari, incendiandoli.
La debolezza di papato e impero
Nel trecento, dopo un conflitto tra il papa ed il re di francia la sede del papato venne spostata ad Avignone, dove le scelte del papa erano controllo della corona francese. Ad un certo punto si arrivò ad avere tre papi che si scomunicavano a vicenda. La disputa si concluse con il concilio di costanza nel 1417
L'alba degli stati nazionali
In Francia e in Inghilterra, mentre il papato e l'impero persero autorità e prestigio, si formarono gli stati nazionali, dove il potere era affidato ad una sola persona. Lo stato aveva un esercito di professione e una burocrazia statale. Il percorso di formazione fu lungo e pieno di conflitti, uno di questi fu la guerra dei cento anni.
L'Italia
Anche in italia la crisi scatenò disordini e tensioni sociali, che si aggiungevano alla divisione tra guelfi e ghibellini. Nel frattempo alcune città importanti riuscirono
La lingua
La prevalenza del volgare sul latino nel trecento proseguì. Il latino era ancora la lingua degli alti ceti. Le persone che sapevano leggere e scrivere il latino stavano diminuendo molto ma aumentò molto l'alfabetizzazione in volgare.
Nel resto dell'europa si stavano formando gli stati nazionali e quindi un'unica lingua nello stato. Ma questo non stava accadendo in Italia, per la frammentazione del territorio.
Il volgare fiorentino
Il volgare fiorentino "illustre" nel trecento, venne sostituito al latino. Tra tutti i volgari era quello che aveva più elementi comuni con il latino e il più prestigioso.
La rivoluzione linguistica di Dante
Il passaggio dal latino al volgare fiorentino venne trovato un fatto riprovevole da molti intellettuali dell'epoca e Dante fu il primo a difendere questa scelta.