Please enable JavaScript.
Coggle requires JavaScript to display documents.
Monachesimo benedettino immagine (I benedettini sono innovatori della…
Monachesimo benedettino
Fu fondato dal monaco San Benedetto
Nacque a Norcia da una nobile famiglia nel 480 d.C. poco dopo la fine dell' impero romano d' Occidente. L' impero romano indebolito cade sotto la pressione delle invasioni barbariche. In questa situazione la gente si pone domande sul significato della vita e del male e cerca speranza e salvezza. In questo momento emerge nella storia un nuovo inizio.
Egli riceve dalla famiglia una solida educazione religiosa, verso18 anni viene mandato a Roma per studiare, frequenta altri giovani che vivono però una vita dissoluta. Anche lui compie degli errori ma non si lascia mai sopraffare dalla mentalità di tutti. Desidera essere amato e amare, capisce che rimanere a Roma con quei compagni non lo aiuterebbe a trovare la sua strada. Così, seguito dalla nutrice che non lo abbandona mai, si reca a Subiaco.
Viene aiutato da un monaco di nome Romano che gli consegna l' abito monastico segno della consacrazione a Dio. Benedetto diventa un esempio di umanità nuova. Muore a Montecassino, il 21 marzo del 547.
-
Monaci benedettini
Giornata tipica
Inizia alle due di notte, quando la campana del convento annuncia il mattuttino. I monaci escono dai dormitori e si recano nel coro, la parte della chiesa riservata alla preghiera sotto forma di canto. La preghiera è l' attività primaria di ciascun monaco benedettino, quello che Benedetto chiamava "Opus Dei" (Opera di Dio).
Alle quattro dopo un' ora di riposo, il monaco benedettino ritorna in chiesa per cantare di nuovo.
Al canto del gallo,dopo un’altra ora di riposo, i monaci si dividono secondo le loro mansioni: alcuni si recano nei campi a lavorare la terra, altri nelle stalle, altri si occupano di falegnameria, altri ancora a cucinare o a fare riparazioni. Ci sono anche gli erboristi che preparano medicine nella farmacia, di cui ogni monastero è dotato.
Gli amanuensi, invece, si chiudono nello scrittorio dove copiano a mano testi sacri e libri antichi. Tra i monaci benedettini ci sono anche abili miniatori, cioè autori di illustrazioni a base di minio (un colore rosso) per decorare i codici di pergamena.
Verso le ore 13, il lavoro era stato già interrotto due volte per cantare in chiesa, ma a quell’ora la campanella annunciava il pranzo, a base di verdura, pane, frutta, a volte pesce; la carne è proibita. Si mangia nel refettorio, in perfetto silenzio, mentre uno dei monaci legge testi sacri.
Dopo il pranzo, i monaci riposano passeggiando nel chiostro, il cortile costruito intorno al pozzo e circondato da un porticato coperto. Quindi passano altre ore al lavoro fino al vespro, la preghiera serale.
Seguono una cena frugale e la compieta, la preghiera che chiude la giornata.
Ciascun monaco benedettino si ritirava allora a riposare su giacigli di paglia, ma alle dieci di sera si svegliava per recitare il notturno.
-
-