L'origine dell'animazione va dalle ombre cinesi alla lanterna magica e poi ai vari apparecchi che tentarono in diversi modi di simulare e riprodurre il movimento.L'invenzione del cinematografo dette nuovo impulso anche alle possibilità creative dei disegnatori.
Negli USA, dagli anni 20' del 20° sec., il disegno animato acquistò un'importanza anche commerciale, e nei primi anni 30', W. Disney si affermò come il migliore e più popolare degli autori-produttori (dal personaggio di Topolino al primo lungometraggio; Biancaneve e i sette nani del 1937). Furono questi film, ottenuti secondo sistemi di lavorazione standardizzati e su scala industriale, che abituarono il pubblico a considerare il cinema di animazione un genere per l’infanzia, ottenuto secondo principi narrativi, formali e spettacolari simili a quelli del cinema realistico. Le maggiori case di produzione hollywoodiane iniziarono a costituire un proprio reparto per la realizzazione di disegni animati, dando vita a tutta una serie di personaggi.
In Europa, il migliore cinema di animazione fu creato dalle avanguardie, con i loro esperimenti. È mancata tuttavia nel corso dei decenni una produzione regolare distribuita nelle normali sale cinematografiche. In Italia, i prodotti di maggiore qualità si debbono soprattutto a Bruno Bozzetto e alla coppia costituita da Emanuele Luzzati (1921-2007) e Giulio Gianini (1927): La gazza ladra (1964); Pulcinella (1973); Il flauto magico (1978). Successivamente c'è stata un'ulteriore ripresa produttiva con i lungometraggi di Enzo D'Alò (1953) con: La freccia azzurra (1996); La gabbianella e il gatto (1998); Momo alla conquista del tempo (2001).
In Giappone, la produzione di lungometraggi di animazione fiorì e si sviluppò per alcuni decenni, attingendo abbondantemente ai personaggi e alle storie dei fumetti, dominando il mercato interno e ottenendo anche un buon successo internazionale; qui alcuni artisti diedero vita a un disegno animato indipendente, spesso corrosivo e provocatorio (Kuri Yoji) o a film di pupazzi animati di grande suggestione formale (Kawamoto Kihachiro).