I criteri per l'interpretazione sono dettati dall'art. 12 delle preleggi del cc..
1) la prima operazione è l'interpretazione lessicale o grammaticale :"nell'applicare la legge non si può che attribuire altro senso che quello dal significato proprio delle parole e delle frasi per ricondurci all'intenzione del legislatore".
2) questo ragionamento induce anche all'interpretazione logica, cioè accertarsi quale sia presumibilmente l'intenzione del legislatore, adoperando anche il cd. argomento a contrario;
3) quando la norma è ancora di difficile interpretazione, allora si ricorre ai lavori preparatori per meglio comprendere le intenzioni del legislatore, anche se a volte non chiariscono, in quanto risultano ambigui. Inoltre, una volta che la legge è uscita dalle mani di chi l'ha emanata, assume una propria autonomia.
4) Infine l'art. 12 delle preleggi del cc. ci dice "Se una controversia non può essere decisa con una precisa disposizione, si ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe; se il caso rimane ancora dubbio, si decide secondo i principi generali dell’ordinamento giuridico".