SANT'AGOSTINO - DE CIVITATE DEI
Sant'Agostino approfondì le differenze tra la antica politica-cultura-religione, greco-romana e la nuova ideologia cristiana, riguardo al problema potere politico e religioso.
Questo perché nel 410 i Visigoti fecero il sacco di Roma e gli ambienti politici di fede ancora pagana, diedero colpa dell'indebolimento di Roma al culto cristiano. Agostino dice che esistono due Città, diventate visibili col cristianesimo: la CIVITAS DEI e la CIVITAS TERRENA.
La volontà, però, è determinata dall’amore, che anima sia la Città di Dio (AMOR DEI), sia la Città dell’uomo (AMOR SUI): nessuno dei due tipi d’amore, però, può realizzarsi completamente nell’uomo.
Nell'amor sui il cittadino cerca la gloria personale e l'amore di se stesso e di tutti, prima dei suoi familiari e poi dei suoi concittadini, ricerca la pace, che per S.Agostino è una cosa che è ricercata dagli uomini per natura, anche la guerra è fatta per ottenere una pace alla fine, anche se vista dalla parte dei malvagi.
La pace è la ragion d’essere della società umana.
Il fine della politica è di conseguire e mantenere la pace.
Per ottenere la pace bisogna che le istituzioni e le leggi siano rivolte ad essa, come anche il desiderio degli uomini di ottenerla, sia nel corpo che nello spirito.
Ci sono quindi 2 paci, quella della civitas Dei, e quella della civitas terrena, la pace celeste è rivolta a Dio ed è eterna, mentre quella terrena è provvisoria, perché è insidiata dalle passioni, sempre mutevoli, degli uomini.
La pace è l’unione dell’ordine. Questa disposizione ritrova la sua fonte e legittimità in Dio, nella sua legge, la legge eterna che corrisponde alla ragione e alla volontà di Dio e comanda di conservare l’ordine naturale.
Questa legge è costitutiva della
coscienza dell’uomo e le consente di percepire i principi primi dei comportamenti umani cioè le evidenze morali che sono comuni a tutti gli uomini e che formano la legge naturale.
Cicerone diceva che non ci può essere respublica senza diritto, S.A. diceva lo stesso con la legge eterna, non ci può essere giustizia se non quella della civitas Dei.
Lo stato è la cosa del popolo che si basa sull'amore; è l'espressione della volontà e dei desideri di tutto il popolo. Il consenso del popolo legittima il potere politico.Solo l’amore può stabilire un reale rapporto di unione, di comunione dei sentimenti e di fare della moltitudine un’unità che sia il fondamento dello stato.
Lo stato è costituito dai seguenti elementi:
- un’associazione di individui
- un capo che comanda
- un patto sociale
- una serie di convenzioni precedentemente concordate
L'uomo è una creatura razionale, infatti egli distingue potere e dominio dicendo che il primo è delle creature razionali, il secondo delle irrazionali. Il potere rispetta i diritti dei suoi sottoposti, il dominio asservisce in tutto e per tutto le persone ai fini di chi lo esercita.
Lo Stato inoltre deve perseguire le virtù terrene, che, sebbene non cristiane, permettono di vivere una vita tranquilla e onorata e
sono: saggezza, fortezza, prudenza e temperanza.
Perciò uno Stato giusto deve avere un popolo di buoni costumi in grado di eleggersi dei magistrati. Se però il fine dello stato non è
più unico, ma ogni cittadini ricerca le sue passioni, lo stato si sfalda e degenera, e quindi il potere politico per S.A. sarebbe meglio se fosse nelle mani di un monarca giusto o di
aristocratici.!
Il motivo della crisi e della corruzione è nella natura dell’uomo che è contradditoria.
L'uomo, vivendo nella città terrena, ha un desiderio di cose sublimi, che appartengono alla città celeste, perseguendo la pace, ma riesce solo a commettere ingiustizie e a fare la guerra proprio perché il suo desiderio è insoddisfatto
L'amore dei cristiani verso Dio deve essere simile a quello dei romani verso la gloria, che gli ha permesso di creare un impero
vastissimo
L’amore dei beni temporali, come l’amore per il sapere e per la verità scaturisce nell’uomo da un sentimento indefinito del bene assoluto cioè Dio
L’uomo che vive per la città terrena senza alcun pensiero per la città celeste non riesce a riconoscere il ero oggetto di questo desiderio indefinito e persegue una serie di verità e beni terreni che per essere finiti non riescono mai a soddisfare il suo desiderio di felicità e di verità che in effetti aspira al sommo bene e alla verità assoluta.
Ma, dopo la morte di Augusto, con l'amore per il dominio che si è sostituito a quello per la gloria, la decadenza dell'impero romano aumentò fino a sfaldarsi. L'impero si sfalda per lo sfaldarsi dell'unione dei desideri degli uomini. Non era colpa dei cristiani.
Il precetto fondamentale della legge eterna è che sia conservato l’ordine naturale, vale a dire, per quanto riguarda la città terrena che sia conseguita e conservata la pace: la guerra è il rimedio estremo con cui lo stato assicura e difende la pace terrena.