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Il pensiero di Immanuel Kant (1724-1804) vuole indicare i principi e i valori con cui riformare le monarchie tedesche, fondate ancora su un ordinamento aristocratico-feudale. L'esempio era proprio la Rivoluzione francese, con cui i popoli volevano la loro parte nella vita politica e liberarsi delle istituzioni precostituite.
Kant dalle sue 3 opere filosofiche più importanti (“Critica della ragion pura”, “Critica della ragion pratica” e “Critica del giudizio”), redasse il suo scritto politico principale: la “Metafisica dei costumi”.
La politica è intellegibile e quindi è connessa alla ragione, come lo è il mondo e i fenomeni. La conoscenza per Kant è solo empirica, arriva dal nostro contatto col mondo, però le informazioni che arrivano al cervello sono grezze e sono poi
rielaborate dalla mente.
Esistono però alcune cose, come le idee di spazio e tempo, che non derivano dall'esperienza, e non possono in alcun modo essere conosciuti (noumeni). La filosofia deve, per Kant, precisare poteri e limiti della ragione. Essa è una critica al
dogmatismo
Queste forme a priori dell’intuizione sensibile non ci consentono di conoscere ciò che è al di fuori dell’esperienza: essi hanno un
valore trascendentale e non trascendente, che si riferisce ad una realtà metafisica. Gli oggetti della conoscenza sono i prodotti della nostra facoltà razionale.
La libertà è il passaggio dalla ragion pura alla pratica: pratico è ciò che è possibile con la libertà, che è invece intesa come la possibilità di autodeterminarsi indipendentemente da tutto.
La libertà si rifà alla volontà, che invece ha per oggetto la legge morale, che ha valore oggettivo e universale. Senza la ragione la volontà libera non potrebbe raggiungere leggi morali. Leggi che sono indipendenti da impulsi o passioni, essendo universali.
La libertà in quanto fenomeno teorico della ragione deve trovare un riscontro sul piano politico come diritto di discussione e critica riconosciuto a tutti.
Deve considerarsi pratico tutto ciò che è possibile per mezzo della libertà. Questa deve essere intesa come l’assoluta possibilità di determinarsi indipendentemente da qualsiasi movente di carattere empirico, sensibile, materiale.
La libertà si riferisce alla volontà che deve essere distinta dai desideri e dall’arbitrio. La volontà ha per oggetto un’azione avente valore oggettivo. In essa forma e contenuto si identificano.
La razionalità è il presupposto di ogni decisione della
volontà libera, cioè che si determina indipendentemente dal condizionamento degli impulsi, desideri, interessi.
La legge morale conferisce all’individuo la personalità cioè lo rende autonomo e indipendente dal meccanismo della natura.
La caratteristica della legge morale è la sua purezza dato che nella sua determinazione non può intervenire alcun elemento che appartenga al mondo della sensibilità.
non può essere assunta in vista del perseguimento di alcun interesse e quindi non deve avere alcun rapporto con i nostri impulsi, desideri, sentimenti. L’unico sentimento che corrisponde alla legge morale è quello del dovere che ci innalza al di sopra di tutto il mondo sensibile e ci libera dal meccanismo della natura.
La legge morale è il fondamento dell’agire pratico, ciò che lo rende intellegibile
La legge morale è il fondamento dell’agire pratico, ciò che lo rende intellegibile come un tutto coerente e sistematico e funge da premessa delle considerazioni che attengono al comportamento dell’individuo volto a conseguire la felicità.
I precetti di prudenza che sono finalizzati al conseguimento della felicità sono ricavati dall’esperienza ed hanno un valore di regola generale ma non di principi universali e quindi consentono eccezioni.
I precetti si riferiscono al comportamento degli individui volti al conseguimento della felicità, ai costumi intesi come maniera e modo di vivere
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La società politica per Kant è l'insieme degli individui legati da leggi e dal contratto sociale.
Il contratto sociale non è un documento ufficiale, ma solo un ipotesi, attraverso cui tutti gli individui dello Stato che nasce sottostanno ad un unica autorità.!
Solo l’ipotesi del contratto sociale permette di garantire la libertà e l’uguaglianza degli individui in quanto al comune volontà giuridica sulla quale si fonda la società e la coercizione generalizzata che fa capo allo stato scaturiscono dal consenso degli stessi individui che compongono la società.
La collettività politica per Kant è: 1. stato-civile: dato dai rapporti reciproci del popolo;
- Stato: il tutto in rapporto con ogni suo membro;
- cosa pubblica, in virtù dell'interesse di ognuno a vivere nello Stato giuridico;
È anche potenza dato che si evidenzia nel susseguirsi delle generazioni di un popolo. E lo Stato per Kant è l'unione di più individui sotto le stesse leggi giuridiche.!
Kant accoglie l'dea montesquieuviana del potere articolato in sovrano (legislativo), esecutivo (governo) e giudiziario. Il legislativo promana dagli individui, per garantire libertà, uguaglianza e indipendenza. E alle elezioni possono partecipare solo coloro che sono cittadini attivi, ovvero non hanno nessuno che può influire sul loro voto
Accetta quindi il suffragio ristretto.
Le forme di governo per Kant sono 3: autocrazia, aristocrazia e democrazia. Usa la parola autocrazia perché nella monarchia il re è rappresentante del potere sovrano e non governa di
suo.!
La partecipazione degli individui al potere legislativo avviene tramite un organo rappresentativo alle cui elezioni sono ammessi solo i cittadini attivi cioè che non si trovano sottoposti a chi
può influire sulle loro scelte politiche.
Il fine dello Stato è garantire uguaglianza, indipendenza e libertà tra gli individui. Kant rifiuta lo Stato paternalistico. Per il fatto che è libero, ognuno deve poter trovare da solo la felicità e non gli deve essere imposta dallo Stato.
Lo Stato deve lasciare l'uomo libero in tutto e per tutto. Deve garantire l'uso pubblico della ragione, ovvero la possibilità di esprimere le proprie idee, pubblicarle attraverso la stampa, criticare le leggi dello Stato quando serve, ecc
Questo vale anche per la religione. La Chiesa non può avere
Costituzione immutabile, ma deve potersi adeguare alle esigenze e a rispettare le opinioni di tutti i fedeli. Lo Stato non può interferire con la religione e deve rispettare la libertà di culto.!
Nello Stato ci deve essere uguaglianza, ovvero tutti sono sottoposti alle leggi e sudditi dello Stato. Chiunque deve poter fare il lavoro che gli si addice senza riservare i posti migliori per
eredità ad alcune categorie sociali.
Il liberalismo di Kant è estremo: la aristocrazia non ha
alcun diritto sulle persone e ha il dovere di aiutare i meno abbienti economicamente e non solo, mentre quest'ultimi ne hanno il diritto.!
L’aristocrazia non può più vantare alcun esclusivo diritto agli incarichi più importanti dello stato. Deve invece concorrere con altre classi sociali, in particolare la borghesia, per quanto riguarda gli uffici e le attività pubbliche.
Lo Stato ha inoltre sovranità assoluta su tutto il suo territorio, ma deve lasciare la possibilità di avere della proprietà privata ai singoli, altrimenti sarebbe dispotico. Ha quindi l'autorità di espropriare e di riorganizzare i demani statali
Tra i problemi più attuali del suo periodo vi erano le 2 Rivoluzioni francese e americana.
Kant approva la Rivoluzione per la sua carica di progresso, di entusiasmo che ha esercitato negli uomini.
Però il principio su cui si fonda che è la resistenza attiva al sovrano non può essere accolta. Il popolo non può diventare giudice del suo sovrano sennò si distruggerebbe
l'unità dello Stato e lo Stato stesso riportando il popolo (non più popolo) allo Stato di natura.
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Con la rivoluzione Kant si pone il problema di capire che rilevanza hanno nella formazione
della società le lotte politiche e le guerre.
Per Kant questo si deve vedere come un disegno
della natura per cui gli uomini che ricercano il proprio utile raggiungono sempre risultati imprevisti e tutti insieme concorrono a formare la società fondata sul diritto.
La natura ha dotato l’uomo di ragione e volontà affinchè egli possa perfezionarsi continuamente. Il fine della natura è che l’uomo si elevi tanto da rendersi degno della vita e della felicità.
Il fine della natura è far si che l'uomo si renda degno della vita e della felicità. E ciò può avvenire solamente stabilendo rapporti con i propri simili.
E questo avviene attraverso 2 impulsi propri dell'uomo: la socievolezza, che lo fa tendere a stabilire rapporti, e la insocievolezza, che lo fa tendere ad elevarsi sugli altri e predominare.!
La natura costringe l'uomo ad avere rapporti, quando le esigenze, la fame, ecc... lo obbligano. Ma le conquiste della ragione umana non sarebbero mai nate se, sempre per natura, non ci fossero mai state guerre e rivalità.!
Il progresso si realizza con un meccanismo per cui l’uomo è tenuto a freno dai suoi stessi impulsi, passioni
che creano le situazioni che costringono l’uomo a fondare la società civile.