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Nikolaus Krebs (Niccolò Cusano) (Dall'impianto ontologico-gnoseologico…
Nikolaus Krebs (Niccolò Cusano)
La formazione di Cusano è dominata dalla tradizione neoplatonica ed ermetica, ma in aggiunta è influenzato da correnti di pensiero mistico, da testi matematici e astronomici e dalle opere di Giovanni Scoto Eriugena
Avrà poi profonda influenza, soprattutto grazie al concetto di universo infinito, sul pensiero di Giordano Bruno nel suo
De l'infinito universo e mondi
senza in alcun modo interessare però lo sviluppo del pensiero scientifico: Copernico, Brahe, Kepler e Galilei si muoveranno ancora in una prospettiva finitista
La sua filosofia è dominata dal classico problema della tradizione neoplatonica sul rapporto tra unicità e molteplicità, tra Dio e mondo
Egli vi dedica due opere, il
De docta ignorantia
del 1440 e il
De coniecturis
del 1440-1445, in cui insiste sui limiti strutturali della conoscenza umana
Egli risolve il problema dandone una lettura eminentemente gnoseologica
La ragione umana procede discorsivamente affidandosi ad un modulo analogico e comparativo, istituendo paragoni e proporzioni tra quanto è già noto e quanto è ancora incognito
Nell'ambito del finito nessuna similitudine può mai dirsi del tutto perfetta, ma di fronte alla categoria dell'infinito le catene di rapporti e relazioni di necessità si interrompono
La verità assoluta è qualcosa di indivisibile che non può essere misurata se non con il vero stesso; essa riposa in Dio, il fondamento ontologico dell'intera realtà e dell'unità assoluta, anteriore ad ogni distinzione
Dio è insieme massimo assoluto (in lui vi sono in atto tutti i possibili) e minimo assoluto (è unità non ulteriormente divisibile)
Dio è un dio nascosto in quanto inaccessibile alla logica del finito basata sul principio di non contraddizione: Dio trascende le differenze e le distinzioni nominali, impedendo alla ragione del finito di operare per analogia o relazione
La mente umana può solamente intuire senza comprendere, grazie alla potenza dell'intelletto di oltrepassare per alcuni aspetti i limiti della ragione: la comprensione è impossibile a causa della
coincidentia oppositorum
che la logica classica esclude ed è un paradosso insuperabile per l'uomo
Dall'impianto ontologico-gnoseologico deriva una prospettiva innovativa anche in campo cosmologico
L'universo contratto andrà pensato come infinito, non circoscritto da confini
L'infinità dell'universo rappresenta sia l'infinità della mancanza dei confini sia l'imperfezione dovuta alla presenza in esso della materia. Esso è quindi sia indeterminato sia impreciso: infinito
L'infinità di Dio è una infinità perfetta, in atto, è assoluta pienezza, compiutezza e perfezione dell'essere
La realtà fisica, ossia il mondo del plurale è la dimensione del relativo e dell'impreciso: non vi possono quindi essere nell'universo forme perfettamente sferiche e orbite planetarie perfettamente circolari. Anche la velocità e la quiete non possono essere intesi in modo assoluto; anche la Terra non può essere considerata al centro dell'universo (che non ha centro) e nemmeno perfettamente immobile
La Terra perde la sua centralità ma non deve essere per questo sminuita: essa svolge la sua funzione in perfetta armonia con il resto dell'universo
Non si può pensare che vi sia vita solamente sulla Terra, ve ne sarà sicuramente altra in tutto l'universo ma come è evidente l'uomo non può conoscerla ma solamente immaginarla mediante le suggestioni delle analogie
Il mondo rimane inconoscibile e Dio è contemporaneamente il suo centro e la sua circonferenza
La verità pur trascendente e nascosta traluce in ogni manifestazione finita e parziale, si frantuma nell'alterità: ogni frammento ne rappresenta quindi un'interpretazione, un aspetto, un momento, una gradazione
Il principio divino è
complicatio
in quanto riassume e concentra nella propria unità tutto il molteplice
L'universo è invece
explicatio
ossia l'estrinsecazione sensibile di Dio, il suo dispiegarsi nella dimensione del molteplice e del tempo
Tra i due poli vi è un forte rapporto di compenetrazione e specularità: Dio si diffonde nel mondo pur non risolvendosi in esso e rimanendone il fondamento trascendente
All'interno di ogni ente dell'universo vi è un microcosmo che riproduce e rispecchia l'essere dell'intero universo e dello stesso Dio
Dio mantiene sempre e comunque la sua dimensione trascendentale, senza immergersi completamente nell'universo, che ne resta dipendente
Una volta preso atto dello scacco dei propri strumenti concettuali l'uomo non può che approdare ad una consapevole ammissione di inadeguatezza e insufficienza rispetto al piano della verità
Questa è la dotta ignoranza che Cusano teorizza modulando spunti socratici, ermetici e agostiniani
Seppur la congettura non potrà mai intendere la precisa verità, la dotta ignoranza non toglie comunque valore e dignità allo sforzo conoscitivo della ragione umana
Non potendo cogliere Dio l'uomo non può cogliere nemmeno la verità, ma rimane sempre legato ad un sapere ipotetico che si approssima progressivamente al suo oggetto
L'edificio concettuale costruito da Cusano non pretende mai di presentarsi come una valida proposta scientifica in quanto il cosmo indefinito non è perfettamente traducibile nell'esattezza dei termini matematici (come faranno poi Copernico e Galileo)
Deriva completamente da premesse di tipo metafisico e da conseguenze logiche
Più che anticipare il modello copernicano, l'azione di Cusano mina la perfezione del sistema tolemaico. Ciò nonostante, l'astronomia quattrocentesca continuerà a muoversi all'interno del paradigma di Tolomeo perfezionandone i calcoli