Please enable JavaScript.
Coggle requires JavaScript to display documents.
Verso l'unità d'Italia (Cavour cerca alleanze internazionali (Una…
Verso l'unità d'Italia
Cavour cerca alleanze internazionali
Cavour, per potenziare il Regno di Sardegna, cercò alleati in Europa ottenendo l'appoggio di Napoleone III di Francia.
Una mossa molto astuta di Cavour fu quella di partecipare, con Francia e Gran Bretagna, alla Guerra di Crimea contro i russi.
Con la vittoria, Cavour pose sul tavolo del Congresso Internazionale il problema dell'unità d'Italia.
La questione italiana al tavolo di Parigi
Con la partecipazione alla Guerra di Crimea Cavour aveva irritato molti patrioti.
Ma in seguito la sua mossa si rivelò fondamentale nell'unità infatti al Congresso di pace (Parigi 1856) si decise che in un'apposita sentenza si sarebbe parlato della "questione italiana".
Cavour fece notare che glia austriaci in Italia causavano continue insurrezioni, una minaccia per tutta l'Europa.
L'Italia doveva essere stabile, senza divisioni politiche e libera da opposizioni straniere.
Gli accordi di Plombières
Nel Luglio del 1858 Cavour e Napoleone III si incontrarono in segreto a Plombières per parlare di un'alleanza franco-piemontese in modo che la Francia sarebbe intervenuta in difesa del Piemonte se attaccato dall'Austria.
Di conseguenza il Regno di Sardegna avrebbe potuto annettersi al Lombardo-Veneto e l'Italia sarebbe diventata una Confederazione di tre stati presieduta dal papa.
Questa riunione nascondeva però anche altri fatti infatti Napoleone III voleva sostituire l'Austria nel controllo dell'Italia mentre Cavour voleva ampliare il Regno di Sardegna.
Gli ultimi moti mazziniani
I mazziniani tentavano sempre di organizzare insurrezioni.
Nel 1857 Carlo Pisacane (ex ufficiale borbonico) sbarcò a Sapri con 300 detenuti che aveva liberato dal carcere di Ponza con lo scopo di fare una rivolta nel meridione.
I membri di questa spedizione vennero uccisi da contadini locali i quali credevano che fossero briganti
Nel 1858 il repubblicano Felice Orsini attentò la vita di Napoleone III mettendo a rischio le trattative con Cavour.
La seconda guerra d'indipendenza
Dopo gli accordi Plombières bisognava solo aspettare un attacco austriaco quindi Cavour potenziò l'esercito arruolando sempre più persone.
Infatti nell'Aprile del 1859 Francesco Giuseppe attaccò il Regno di Sardegna e Napoleone III mandò in Italia oltre 70000 uomini che sconfissero gli austriaci a Magenta. Ebbe così inizio la Seconda guerra d'Indipendenza.
Sempre nel 1859 Giuseppe Garibaldi conquistò Bergamo, Brescia e Varese seguite da altre vittorie franco-piemontesi. In seguito i patrioti di Emilia-Romagna, Granducato di Toscana, Ducato di Parma e Ducato di Modena chiesero l'annessione al Regno sardo.
Quindi Napoleone III firmò l'armistizio a Villafranca ne Luglio del 1859 e uscì dalla guerra e il Piemonte, nonostante lo staccamento di Napoleone III conquisto la Lombardia, la Romagna, l'Emilia e la Toscana.
Garibaldi e la monarchia sabauda: intesa con riserva
Dopo la vittoria nella Seconda guerra d'Indipendenza si pensò di conquistare anche il Regno delle Due Sicilie.
Quindi Giuseppe Garibaldi, nonostante sapesse che Cavour lo diffidava, decise comunque di tentare di la conquista del meridione.
La spedizione dei Mille e la conquista del meridione
Nel 1860 a palermo scoppiò una forte insurrezione e Garibaldi capì che era il momento migliore per attaccare.
Egli infatti parti con mille volontari da Quarto (GE) il 5 Maggio e, quando arrivò Marsala l'11 dichiarò caduto il Regime Borbonico e li sconfissero a Calatafimi e a Milazzo. Garibaldi poi il 7 Settembre entrò a Napoli.
L'intervento piemontese e il Regno d'Italia
Cavour temeva che i repubblicani potessero causare l'intervento di Napoleone III. Quindi mandò Vittorio Emanuele II nel meridione per fermare Garibaldi e a Teano egli ricevette le terre conquistate dal patriota.
Nel gennaio del 1861 ci furono le prime elezioni politiche per eleggere i deputati.
Il 17 Marzo invece venne ufficialmente proclamato il Regno d'Itali con re Vittorio Emanuele II.