Oggi la DIDATTICA non viene vista più come subordinata alla Pedagogia, la quale dava le teorie sull'educazione, che essa doveva applicare nel contesto dell'apprendimento. Pur riconoscendo il suo sapere tecnico e scientifico, tuttavia non deve recidere del tutto il suo rapporto con le scienze dell'educazione, in particolare con la Pedagogia, perché il suo profilo deve essere ricostruito sulla base di riferimenti scientifici e teorici che gli forniscono risposte circa la natura e le finalità dell'insegnamento e le ragioni dell'istruire. Non è possibile, quindi, ipotizzare un'istruzione senza educazione, perché un processo d'insegnamento-apprendimento non può prescindere dalla finalizzazione educativa, in quanto esso non mira a far acquisire solo delle conoscenze e delle abilità, ma anche orientamenti di valore capaci di generare sentimenti e decisioni. Emerge così il carattere unitario di ogni azione didattico-educativa, perché senza valori ben definiti non ci sarebbe apprendimento orientato alla crescita personale del soggetto ed alla padronanza del sé. E' pertanto nella sintassi pedagogica che va collocata ogni proposta didattica e tutto ciò che riguarda l'insegnare-apprendere occorre che vada inserito nel discorso dell'educazione. Ciò non significa che la DIDATTICA deve rimanere subordinata alla PEDAGOGIA, essa possiede la sua autonomia nella ricerca scientifica la quale cerca di elaborare modelli e strumenti in grado di cogliere gli aspetti e le dimensioni importanti per l'insegnare-apprendere, guardando ai contributi di tale ricerca con profondo senso pedagogico. Occorre, pertanto, prospettare una DIDATTICA centrata sulla priorità intenzionale del docente, artefice di ogni processo didattico e magister della promozione degli eventi maturativi in umanità di ciascun soggetto.