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LA GUERRA CIVILE RUSSA (LA CARESTIA E LE PROTESTE POPOLARI (Il malcontento…
LA GUERRA CIVILE RUSSA
2 I BOLSCEVICHI doverono affrontare sia una gravissima crisi sociale ed economica, che una guerra civile 1918-1920. L'opposizione anticomunista raccoglieva: i rivoluzionari di febbraio '17, come menscevichi e socialrivoluzionari, e le armate controrivoluzionarie bianche formate da ex ufficiali zaristi rovesciarono varie amministrazioni bolsceviche.
Situazione interna: si era accesa un'aspra lotta di classe fra i contadini più poveri e quelli agiati, i kulaki.
Per sopperire all'approvvigionamento agricolo delle città il governo adottò un rigido piano economico denominato comunismo di guerra.
Gli alleati, soprattutto Francia e Gran Bretagna, ma anche americani e canadesi, volevano vendicarsi dell'uscita dalla guerra della Russia, andarono in soccorso all'ARMATA BIANCA.
In questo clima di violenza politica l'intera famiglia zarista fu giustiziata (luglio 1918) per ordine del Soviet locale di Ekaterinburg. Inoltre, il governo leninista, con il decreto del 5/09/1918, diede il via al Terrore rosso per distruggere ogni opposizione.
L'Armata Rossa, guidata da Trockij, dimostrò spirito combattivo e vigore eccezionali, sconfisse pian piano le forze controrivoluzionarie. L'ultimo scontro fu quello con la Polonia che aveva invaso l'Ucraina, messo a tacere dalla pace di Riga (1921) che permise alla Russia il recupero dell'Ucraina persa con la pace del '18. Alla fine della guerra civile si stimano 7 milioni di morti, di cui 5 causati da una violenta carestia.
Nel luglio del 1918 entrò in vigore la PRIMA COSTITUZIONE SOVIETICA. Essa affermava "I diritti del popolo sfruttato e oppresso". Nei 12 articoli si trovano i principi della dottrina marxista-leninista.
- LA CARESTIA E LE PROTESTE POPOLARI
Il malcontento dei contadini si manifestò attraverso sommosse, a Mosca e Pietrogrado ripresero gli scioperi; la rivolta più eclatante fu quella dei marinai della base navale di KRONSTADT (1921), assai significativa perché avevano appoggiato i bolscevichi sin dall'inizio della rivoluzione. Vi fu una spietata repressione di questa rivolta poiché si trattava di una sconfessione della politica bolscevica.
La produzione industriale declinò rapidamente, fiaccata dalla disorganizzazione e dalla mancanza di qualsiasi incentivo. Negli anni '20 la produzione manifatturiera scese a 1/5 di quella del 1913.
Nelle aree dove i bolscevichi esercitavano maggiori poteri, l'agricoltura era vessata dalle requisizioni forzate e i contadini, per ritorsione, producevano solo ciò che serviva alle loro necessità.
Il fronte degli oppositori annoverò anche la Chiesa ortodossa, che fu privata delle sue notevoli proprietà e ricchezze. Nel 1922 fu arrestato il patriarca di Mosca, mentre molti preti e vescovi furono imprigionati in oltre settecento campi di prigionia.
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Il 15 marzo del1921 si respirò un'aria più tranquilla di quella del "Comunismo di guerra", che Lenin criticò radicalmente. La nuova linea fu ufficialmente adottata dal X Congresso del Partito Comunista (marzo 1921). Fu approvata la NEP, Nuova Politica Economica. che sarebbe rimasta in vigore fino al 1928.
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Un provvedimento importante fu la proibizione del cosiddetto frazionismo, vale a dire che all'interno del PCUS non dovevano esistere contrasti: la decisione assunta dal partito era vincolante per tutti. La DITTATURA DEL PROLETARIATO diventò una dittatura di partito e la dittatura di partito diventò una dittatura di pochi dirigenti del partito: Lenin, Trockij e Stalin.
Nel gennaio 1918 si riunì l'Assemblea costituente eletta a suffragio universale. Le elezioni videro il partito socialrivoluzionario (partito presente fra le campagne e le masse contadine) ottenere moltissimi voti nelle campagne 63%, contro il 25% dei bolscevichi.
I Bolscevichi mandarono le Guardie Rosse ponendo fine all'Assemblea costituente perché sapevano che poteva revocare i loro provvedimenti e dare alla Russia una Costituzione molto diversa da quella che essi auspicavano.
Sulla Pravda Lenin giustificò questo atto, sostenendo che solo una repubblica fondata sui soviet rappresentava una forma del principio democratico più alta dell'ordinaria repubblica borghese. Il proletariato dunque aveva un diritto storicamente più forte della borghesia a imporre il proprio dominio.
Lenin proclamò come unici centri di potere i soviet e il Partito bolscevico che nel marzo 1918 assunse il nome di Partito comunista.
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La pace di Brėst -Litovsk (3/3/1918) fu molto sfavorevole: la Russia perse molti territori europei, come le Repubbliche baltiche, il Granducato autonomo della Finlandia, grande parte della Polonia, dunque il 25% della popolazione, il 50% della produzione agricola e delle fabbriche.
LE CONSEGUENZE: la scissione venne riprodotta a livello planetario, il proletariato non riuscì a rimanere unito e comunismo, socialismo e socialdemocrazia indicheranno, da qui in poi, tendenze ideologiche e partiti nettamente differenziati. In Italia ci sarà la scissione di Livorno, nel 1921.
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Nonostante le grandi speranze e simpatie suscitati dagli eventi russi nei lavoratori di tutto il mondo e nonostante le forti tensioni sociali del dopoguerra, nessuna fiammata rivoluzionaria riuscì a scuotere l'Occidente.
Le grandi potenze europee crearono un cordone sanitario che preveniva la diffusione del conta contagio bolscevico con l'offerta di sostegno militare, politico ed economico ai Pesi anticomunisti confinanti con la Russia: Finlandia, Polonia, Turchia.
- LA NUOVA POLITICA ECONOMICA (NEP)
Il regime bolscevico represse duramente i tentativi secessionisti delle repubbliche dell'Ucraina, della Georgia, dell'Azerbaigian e della Bielorussia.
Nel Codice di famiglia del 1918 fu soppressa la potestà del marito e istituita l'uguaglianza assoluta dei coniugi nei confronti dei figli; fu abolito il matrimonio religioso e concesso il divorzio con semplici procedure.
La Nep ebbe successo dal 1926 in poi ed ebbe i suoi oppositori (Trotzskji, per il quale l'industrializzazione era fondamentale)