Dopo il Cantico, l'apporto dei francescani alla letteratura del XIII secolo è rilevante, in primo luogo con il fiorire di una vasta produzione di biografie su san Francesco, dapprima in latino, con Tommaso da Celano e con il biografo ufficiale san Bonaventura, e poi. nel secolo successivo, in volgare, con la raccolta agiografica ed edificante dei Fioretti. Sul piano letterario, l'ordine domenicano ha un'importanza generalmente minore rispetto a quello dei francescani, ma domenicano fu il vescovo Jacopo da Varazze, autore della Legenda aurea, una vasta raccolta di agiografie scritta in latino intorno alla metà del Duecento e destinata a essere letta e tradotta fino al Settecento. Nell'Italia settentrionale si sviluppa una produzione letteraria dai contenuti edificanti, che intende rappresentare una netta divisione fra il bene e il male.
La letteratura religiosa conserva notevole importanza anche nel XIV secolo: la produzione più interessante è ancora legata all'ambito francescano, da cui provengono le lettere di Caterina da Siena, una delle maggiori personalità religiose del secolo, caratterizzate da grande raffinatezza stilistica e tecnica e impegnate ad affrontare i grandi temi morali e politici del suo tempo. All'ordine domenicano appartiene invece a Jacopo Passavanti, autore nel 1354 dello Specchio della vera penitenzia, una raccolta di prediche in volgare illustrate da exempla, cioè aneddoti e novelle di carattere edificante.