Alla corte siciliana di Federico II l'influenza della poesia provenzale - lirica d'amore affermatasi nelle corti di Francia nella seconda metà dell'XI secolo - si riflette nella produzione in volgare di alcuni poeti, a loro volta modelli imprescindibili per la stagione lirica dei poeti siculo-toscani, maturata appunto in Toscana dopo la morte dello stesso Federico II. Nell'Italia centrale, fiorisce una produzione lirica di carattere religioso, mentre ancora in Toscana, tra la fine del Duecento e l'inizio del Trecento, si afferma, per l'iniziativa di poeti fiorentini quali Guido Cavalcanti e dante Alighieri, la corrente del "dolce stil novo". E' comunque Dante a ricoprire il ruolo di maggiore autorità letteraria. Dopo di lui, è Francesco Petrarca a continuare e innovare il linguaggio della lirica attraverso le poesie del suo Canzoniere, che avrà l'influenza fondamentale sulla poesia occidentale dei secoli successivi. Sul piano della prosa, invece, Giovanni Boccaccio nobilita il genere novellistico nel suo capolavoro, il Decameron.