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L'IMPERIALISMO (LA DISCUSSIONE SULLE RADICI DELL'IMPERIALISMO…
DEFINIZIONE: rappresentò la tendenza degli Stati europei a proiettare più aggressivamente verso l' esterno i propri interessi economici, le proprie esigenze di difesa, la propria immagine nazionale e la propria cultura: l'insieme di questi elementi (economici, politici, ideologici) si tradusse in una politica di potenza realizzata con la forza e spesso perseguita come fine in sé. E' l'apice della colonizzazione moderna.
Alla penetrazione commerciale subentrò un disegno più sistematico di assoggettamento politico e di sfruttamento economico. Le aree occupate furono ridotte alla condizione di:
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I paesi colonizzati entrarono nel mercato europeo, ma in una posizione dipendente. I paesi colonizzatori infatti imposero lo sviluppo di attività nelle quali era vantaggioso investire capitali, tecniche e manodopera. Esempio: l'agricoltura di piantagione, a scapito delle produzioni alimentari destinate al sostentamento degli abitanti locali. Le industrie ebbero scarso sviluppo perché non si voleva creare concorrenza per quelle dei paesi colonizzatori.
I paesi colonizzati ereditarono delle infrastrutture e un apparato burocratico, ma solo una minima parte delle popolazioni occupate ebbe accesso all'istruzione, alla medicina, alle innovazioni tecnologiche e alle scoperte scientifiche dei popoli europei.
I colonizzatori tracciarono confini prima inesistenti e governarono col pugno di ferro del potere centralizzato senza alcun coinvolgimento democratico.
La presenza dei colonizzatori alterò le fondamenta delle comunità e degli universi culturali dei popoli colonizzati. "Interi sistemi di vita, di riti e di credenze, di costumi e di valori entrarono rapidamente in crisi".
Sul piano politico l’espansione coloniale finì col favorire la formazione di nazionalismi locali, ad opera soprattutto dei nuovi quadri dirigenti che si formarono nelle scuole europee. L’Europa si trovò così ad esportare quello che meno avrebbe desiderato dai popoli colonizzati: il bisogno di autogovernarsi e di decidere del proprio destino.
Disraeli (1804-1881) definiva il popolo inglese "una razza dominatrice destinata per le sue virtù a spargersi per il mondo".
Dalla seconda metà dell'Ottocento le nuove potenze aprirono una fase rinnovata di conquiste territoriali che portò a nuovi imperi coloniali.
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