In Italia, le corti vivono una crisi politica ed economica, spesso condizionate dalle grandi monarchie e dallo Stato Pontifi cio. Solo Roma, capitale di uno stato «sovranazionale», e Venezia, che riuscirà a mantenersi indipendente, continuano a svolgere un importante ruolo culturale. Ma dopo il 1517 la potenza papale è minata da due fattori: la Riforma protestante, che critica aspramente la Chiesa cattolica, e il «sacco di Roma» da parte dei Lanzichenecchi, soldati tedeschi senza paga e senza comandante che Carlo V non ferma, e che devastano la città.
Spagna e Portogallo in pochi anni costituiscono imperi coloniali nelle Americhe, nell’Africa e nelle Indie. Il centro dei traffi ci commerciali si sposta dal Mediterraneo alle regioni atlantiche del nord Europa. Oro e argento, provenienti dai nuovi possedimenti, contribuiscono a dare sfarzo alla vita delle corti. Le città europee si arricchiscono di monumenti e palazzi.
A metà del secolo la Chiesa cattolica reagisce alla Riforma con la Controriforma, ma ormai si è rotta l’unità religiosa cristiana, è caduta l’immagine della Chiesa di Roma, universale e intoccabile, è fi nita la supremazia commerciale e culturale dell’Italia. Tutti questi fattori porteranno anche alla crisi del Rinascimento e del suo linguaggio artistico